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La lateralità e la lateralizzazione

La lateralità e la lateralizzazione

Dal punto di vista anatomo-funzionale il corpo umano non presenta differenze significative fra le sue metà, destra e sinistra, mentre esistono sensibili differenze nel cervello e quindi nell’organizzazione funzionale del Sistema Nervoso Centrale.

E’ noto che l’emisfero sinistro è in connessione motoria e sensitiva con la parte destra del corpo e l’emisfero destro con la parte sinistra.
Oltre questa suddivisione “areale”, esiste una suddivisione e meglio ancora, una specificità funzionale dei due emisferi, in considerazione del fatto che, per determinate funzioni, uno esercita un ruolo preminente sull’altro.

All’emisfero sinistro competono funzioni logico-linguistiche e il pensiero analitico, infatti controlla la scrittura, il linguaggio, la logica e utilizza un modo di pensare lineare, mentre nell’emisfero destro sono localizzate le funzioni visuo-spaziali, immaginative, musicali e il pensiero intuitivo-sintetico (controlla le emozioni, la creatività, l’immaginazione, la consapevolezza spaziale ed utilizza un modo di pensare olistico).

Queste due parti del cervello sono perfettamente complementari e ciò determina un’organizzazione estremamente razionale ed efficiente del lavoro.

Lateralizzazione e sviluppo del bambino

La lateralizzazione è il processo di espressione della dominanza emisferica che inizia intorno ai 3-4 anni di vita e porta ogni individuo a sviluppare due emisomi: il destro e il sinistro uguali e simmetrici tra loro.

A livello corporeo si esprime con una maggior forza, maggior quantità di energia (tono), di uno dei due lati del soma rispetto all’altro.
Il processo di lateralizzazione termina verso i 7-8 anni con l’acquisizione della conoscenza di sé e la consapevolezza della propria lateralità.

La lateralità è la conoscenza del lato destro e sinistro e l’uso privilegiato e consueto di un emisoma rispetto all’altro (occhio-mano-piede dello stesso lato). La stabilizzazione della lateralità per alcuni avviene già ai 4 mesi, mentre per altri a 4-5 anni, epoca del periodo terminale di mielinizzazione.

L’interiorizzazione della lateralità avviene più tardi ed è connessa a livelli strutturali organizzativi e cognitivi più evoluti.
La lateralità rappresenta la conseguenza diretta della dominanza emisferica e il suo sviluppo si stabilisce progressivamente nel corso dell’infanzia e si imporrà con le esperienze di complessità crescente che il bambino farà.

Lo sviluppo della lateralità è strettamente connesso con le fasi dello sviluppo motorio, con la maturazione del sistema nervoso e con l’organizzazione della percezione di sè, dello spazio e del tempo.

Nello sviluppo ontogenetico, i primi mesi di vita sono caratterizzati da una predominanza sotto-corticale, espressa dalla prevalenza di attività riflessa automatica.

A partire dai 2-3 anni, i bambini sperimentano abilità motorie in cui iniziano a utilizzare preferibilmente un arto inferiore (calcio al pallone, saltelli su un piede, ecc.), acquisendo di conseguenza una migliore organizzazione dell’equilibrio.

In questo periodo poi, l’utilizzo con sempre maggior frequenza di strumenti atti a un fine, in particolare dello strumento grafico, imprime una netta spinta evolutiva in senso lateralizzante.

Dal 3° anno in poi, il disegno è per il bambino una rappresentazione del reale percepito, cioè fa parte di quei processi simbolici e di sintesi spaziale che indicano una maggiore specializzazione dell’emisfero dominante.

Tra i 4 e i 5 anni il bambino acquisisce la presenza dei due emilati, ma non è avvenuta ancora la definitiva lateralizzazione: l’uso della mano non è definitivo ma alternante. Il bambino ha bisogno di provare, di sperimentare, di sentire sensazioni, di confrontare prima con una e poi con l’altra mano, prima di stabilire definitivamente l’uso dinamico e funzionale di ambedue, come avverrà verso i 6-7 anni.
La strutturazione spaziale è sicuramente una dimensione che beneficia della lateralizzazione e con l’attività grafica il bambino interiorizza e prende coscienza della dominanza laterale, cioè conferisce importanza a un lato del corpo e allo spazio ad esso vicino.

A 5 anni il bambino è in grado di discriminare i due lati del proprio corpo, anche se non sa denominarli esattamente.

Dai 6-7 anni, con l’ingresso nella scuola dell’obbligo, si afferma gradualmente la lateralizzazione definitiva.
Il processo di lateralizzazione è anche fondamento (insieme alla precisione e alla coordinazione oculo-manuale) dello stabilirsi della scrittura, del suo organizzarsi nello spazio del foglio e anche dell’apprendimento della lettura.

I diversi tipi di lateralità

Lo stabilizzarsi della preferenza laterale, a livello di mano, piede, occhio e orecchio, esprime un piano di perfetta organizzazione della dominanza emisferica cerebrale, che si realizza tanto con la preferenza destra, quanto con la preferenza sinistra.
All’interno di questi due estremi è possibile distinguere diversi casi in cui la lateralità non è così netta. Vediamo più in dettaglio le diverse lateralità nel soggetto:

• lateralità destra o sinistra completa: nel caso in cui il soggetto utilizzi la mano, il piede, l’occhio e l’orecchio di un medesimo emisoma;
• lateralità mista o dominanza crociata: per esempio dominanza destra per la mano e sinistra per l’occhio (ciò comporta una difficoltà di coordinazione oculo-manuale e quindi degli schemi grafo-motori e visuo-percettivi).

Per distinguere i diversi tipi di lateralità, faremo riferimento alla dominanza manuale, per cui avremo:

• i destrimani, che rappresentano la maggior parte degli individui, hanno una dominanza emisferica sinistra, in accordo con le funzioni verbali;
• i mancini, che hanno una dominanza emisferica destra, ma per quanto attiene alle funzioni del linguaggio, può essere a sinistra; il mancinismo non deve essere considerato patologico, bensì fisiologico, anche se comporta difficoltà nell’adattarsi a strumenti fatti per i destrimani;
• i mancini contrariati, che sono dei soggetti mancini che, per pregiudizi sociali ed errori educativi sono costretti a utilizzare la mano destra. Ciò avviene in particolare al momento dell’ingresso nella Scuola Primaria e può comportare, a detta di molti autori, disturbi del linguaggio (scritto e parlato) e nella sfera affettiva e comportamentale, in quanto il bambino è costretto a riadattare i suoi processi neurologici rompendo un equilibrio consolidato, e quindi a ristrutturare la sua lateralità;
• un ultimo tipo di lateralità riguarda gli ambidestri, che possono utilizzare indifferentemente parti del corpo omologhe; ciò, sul piano funzionale, è visto come un privilegio, ma dal punto di vista psicomotorio può essere indice di una mancata o indecisa lateralità e quindi di non chiara dominanza cerebrale. Infatti l’indecisa lateralità è presente transitoriamente nei primi mesi di vita, ma può essere anche il risultato di un mancinismo contrariato o, in alcuni casi, di encefalopatie, con ripercussioni nel campo degli apprendimenti e della vita relazionale, anche se “l’uso delle due mani è presente nei bambini con maggiore frequenza ed è probabilmente da attribuire alla manualità richiesta per l’uso dei computers e dei videogames”.

A livello motorio e sportivo

A livello motorio e sportivo è importante che gli Insegnanti e gli Istruttori educhino e sviluppino progressivamente l’utilizzo di entrambe le parti del corpo, soprattutto nell’insegnamento dei giochisport collettivi (Minibasket, Minicalcio, Minivolley, Minirugby, etc.), in funzione della gestione dello spazio, del tempo e dell’organizzazione spazio-temporale, tenendo presente che dai 6-7 anni, con l’ingresso nella Scuola Primaria, si afferma gradualmente la lateralizzazione definitiva.

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