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Insegnare ad insegnare

Insegnare ad insegnare

Insegnare ad insegnare: Questo deve essere il motto e l’obiettivo principale da perseguire da parte di tutti gli educatori, a partire dai Docenti ai corsi di laurea in Scienze Motorie e dello Sport e Laurea Specialistica a tutti gli istruttori di Minibasket.

Questo vuole essere un mio personale impegno che ha l’ambizione di mettere insieme conoscenze scientifiche diverse per costruirne altre di tipo interdisciplinare.

Basta con gli insegnamenti monotematici, l’Istruttore deve cercare, per la materia che insegna, di analizzare non solo gli aspetti tecnici, ma anche gli aspetti pedagogici, psicologici, didattici, fisiologici, biomeccanici, metodologici, di comunicazione. Solo così la disciplina che insegna diventerà interessante e coinvolgente per gli studenti, altrimenti rimarrà puro didatticismo.

 “Insegnare è più difficile che imparare, lo si sa bene ma non ci si pensa spesso. Perché insegnare è più difficile che imparare? Perché chi insegna deve possedere una quantità maggiore di conoscenze, che deve in ogni momento avere a disposizione. Insegnare è più difficile che imparare, perché insegnare significa far imparare”.
Martin Heidegger

Insegnare attraverso la didattica
L’efficacia dell’Operatore Motorio e Sportivo è fortemente condizionata dalla sua capacità di insegnare. Le sue competenze didattiche sono assolutamente necessarie per svolgere bene i compiti a lui affidati, indipendentemente dallo sport insegnato, sia che la propria azione sia svolta a livello giovanile, adulto, anziano o con atleti di alto livello.

L’analisi dei compiti e delle responsabilità dell’Istruttore dovranno essere messe in relazione con il contesto dove la sua azione è svolta e con le caratteristiche dei destinatari di tale azione.

L’analisi dei compiti, del contesto e dei destinatari sarà il punto di partenza per individuare  le abilità e le conoscenze necessarie per svolgere bene il proprio lavoro in ambito motorio e sportivo.

L’Istruttore deve essere consapevole che non bastano le conoscenze, anche le più avanzate, su “cosa deve insegnare”, cioè la tecnica, se queste non sono accompagnate da indispensabili abilità applicativo-pratiche e da competenze di tipo didattico che risolvano il problema di “come insegnare”.

La competenza è “la capacità di utilizzare le conoscenze teoriche e le abilità operative in reali situazioni di lavoro e nello sviluppo professionale e personale dell’Istruttore”.

Metodologia dell’insegnamento
Ogni Istruttore deve creare le condizioni per un corretto ed efficace apprendimento e sviluppo delle tecniche esecutive. Il suo obiettivo è rappresentato dall’insegnamento delle tecniche motorie e sportive, creando le condizioni migliori per facilitare il processo di apprendimento da parte dei suoi allievi.

A tale scopo, per attuare una corretta metodologia dell’insegnamento, l’Operatore deve escogitare soluzioni, suggerire comportamenti, pianificare e programmare i suoi interventi, trovare i mezzi più idonei e i metodi di insegnamento più validi e adatti al contesto in cui opera.

Quali sono i riferimenti disciplinari nella metodologia dell’insegnamento?
E’ evidente che si tratta di un’area caratterizzata da un tratto tipicamente interdisciplinare. I contributi disciplinari per aumentare l’efficacia didattica dell’Operatore Motorio e Sportivo provengono da molte aree e dimensioni di conoscenza:

dimensione psicologica: contribuisce a creare una relazione positiva con gli allievi, capendone i bisogni e adattando i propri comportamenti alle loro diverse caratteristiche psicologiche (diversa estrazione sociali, motoria e sportiva, aspettative, bisogni);
dimensione sociologica: utile per analizzare il contesto dove opera (famiglia, scuola, club).

La metodologia dell’insegnamento non può prescindere dalle conoscenze relative alla metodologia dell’allenamento, dai contenuti delle discipline bio-mediche e neuro-fisiologiche.

Inoltre le caratteristiche del carico fisico, la natura degli esercizi, la loro successione, gli effetti prodotti dal movimento, i processi energetici che si attuano, i tempi, le procedure, la capacità di correggere gli errori, comunicare bene, il corretto utilizzo dei feedback, sono elementi essenziali per insegnare efficacemente. E’ anche importante conoscere i processi cognitivi legati al processo di apprendimento.

La conoscenza di tutti questi elementi è indispensabile per l’Istruttore che, tra i propri compiti, ha proprio quello di incidere sull’apprendimento delle tecniche esecutive dei gesti tecnici.

L’Istruttore deve essere un buon comunicatore, deve conoscere bene i fondamentali (individuali e collettivi) delle diverse discipline sportive, a chi insegna (giovanissimi, giovani, adulti, anziani, diversamente abili, da dove si parte e dove si può arrivare, motivazioni intrinseche ed estrinseche) e che metodi di insegnamento (deduttivi e induttivi, globale, analitico, misto) deve utilizzare. 

Non basta conoscere la definizione delle capacità motorie, ma è importante conoscere i contenuti e i mezzi a disposizione per poterle educare e sviluppare nei diversi contesti.

Infine l’Istruttore deve tener conto, quando insegna, di alcuni aspetti di natura sociale. Ciascun allievo ha un suo status sociale, possiede dei riferimenti valoriali e proviene da contesti familiari diversi, inoltre ha motivazioni diverse.Gli stili di vita, le abitudini e il “consumo” del tempo libero e dello sport possono avere significati diversi e questo inevitabilmente può determinare un diverso approccio da parte dell’Istruttore per costruire un efficace percorso didattico.


I compiti e le responsabilità dell’Istruttore

Qualsiasi sia il lavoro che svolge, il compito principale da assolvere da parte dell’Istruttore è quello di facilitare l’apprendimento dei propri allievi (partendo da ciò che sanno fare e non da ciò che vorremmo che loro facciano).

L’elemento che caratterizza in modo particolare il profilo professionale dell’Istruttore è legato alla dimensione didattica.

“Insegnare attraverso la didattica e non attraverso il didatticismo”
Maurizio Mondoni


Le competenze dell’Istruttore

Ogni Operatore, oltre che essere un leader, deve possiede competenze necessarie per realizzare azioni efficaci d’insegnamento:

  1. – tecniche
  2. – didattiche specifiche
  3. – psicologiche-gestionali-organizzative


Tecniche:
conoscere la tecnica della disciplina sportiva che si insegna.
Didattiche: conoscere diversi metodi di insegnamento.
Psicologiche, Gestionali ed Organizzative: gestire il gruppo dei pari (leader e gregari), motivare, comunicare (efficace relazione con gli allievi comunicazione verbale, vocale, non verbale), osservare (evitando gli effetti Pigmalione ed alone), valutare la situazione iniziale, intermedia, i progressi e quella finale e programmare (definire gli obiettivi, determinando mezzi e metodi).

Soffermiamoci sulle competenze dell’Istruttore. Deve:
autovalutarsi continuamente
essere paziente e rispettare i ritmi di apprendimento dei propri allievi
aggiornarsi continuamente
essere consapevole del suo ruolo nei riguardi delle famiglie dei suoi allievi, dei dirigenti della Società Sportiva nella quale opera, verso se stesso
– essere se stesso e non copiare da altri
trovare il proprio stile di lezione e di allenamento
essere un modello ed un esempio per i propri allievi
creare un ambiente sereno
conquistare il rispetto e la fiducia da parte dei propri allievi
essere professionale nel proprio lavoro
comunicare in modo chiaro
– permettere ai propri allievi di poter esprimere le proprie opinioni

La comunicazione efficace e la gestione dei gruppi
A prima vista sembra molto facile comunicare, invece è molto complicato e difficile. Ognuno è parte attiva di un continuo flusso di comunicazioni interpersonali, al cui interno svolge ruoli diversi a seconda dell’ambito in cui è inserito in quel momento e della funzione che è chiamato a svolgere.

 
Non si può non comunicare, perché le parole o il silenzio trasmettono sempre un messaggio.

La leadership
Ogni squadra ed ogni gruppo ha bisogno di un leader, di una persona che sia competente e capace. Il suo obiettivo è quello di creare un ambiente sereno, educativo, di coesione tra gli atleti; deve essere in grado di gestire serenamente i conflitti che sorgono tra gli atleti e con gli atleti.

La credibilità di un tecnico si costruisce non solo con i buoni allenamenti, ma anche con un buon utilizzo della comunicazione interpersonale, tesa a favorire lo scambio di idee e commenti.

La motivazione
La motivazione è ciò che spinge una persona ad agire è il desiderio di percepirsi competente. Quando ci si ritiene in grado di affrontare una certa attività, vengono messi in atto comportamenti utili al successo, legati allo sviluppo evolutivo della personalità di ciascuno di noi.

Le esperienze di socializzazione, i cambiamenti in ambito cognitivo, che favoriscono durante la fanciullezza il divertimento e l’interesse per le attività motorie e sportive (impegnarsi duramente per raggiungere un obiettivo, sacrificarsi, fare fatica, voglia di vincere, di migliorarsi), attivano processi motivazionali che accompagneranno la persona per tutto l’arco della vita.

Osservare non guardare
Durante l’allenamento o la gara tutti guardano, alcuni osservano. E’ importante che il tecnico sia in campo un buon osservatore. Osservare significa ogni volta rendersi conto di eventuali cambiamenti nel comportamento motorio e non dell’atleta e agire di conseguenza (consapevolezza del ruolo).


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