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Basket Giovanile: Principi Di Attacco Alla Difesa Individuale

Basket Giovanile: Principi Di Attacco Alla Difesa Individuale

[Tweet “E’ importante che un istruttore si comporti in partita da Educatore e non da grande allenatore”]


Costruire un gioco di attacco

Ogni allenatore cercherà di modellare il proprio attacco in base alle caratteristiche individuali dei propri giocatori, cercando un sistema di tagli, blocchi, spazi, etc. che permetta ai suoi giocatori di sfruttare al meglio le proprie possibilità.

Un allenatore può scegliere per la propria squadra attacchi differenti in relazione al tipo di difesa della squadra avversaria (continuità, schemi fissi, passing game, gioco libero, etc.) e ritmi di gioco differenti (gioco controllato, contropiede, etc.).

Una volta arrivati nella metà campo avversaria, qualsiasi tipo di attacco è basato su quattro principi fondamentali:
giocare 1 c 1 all’interno di un movimento di giocatori e palla;
– utilizzare i blocchi;
– penetrare e scaricare;
– giocare con il post basso.

Dalla combinazione di due o più principi fondamentali, abbinandoli al contropiede, nascono tutti i sistemi di attacco.

Qualunque sia il sistema di attacco che una squadra utilizza, muovendo i propri giocatori e il pallone, si arriverà a una situazione di 1 c 1 molto favorevole, con un attaccante che sarà libero per tirare, oppure che avrà un minimo vantaggio sul proprio difensore, per cercare di batterlo in palleggio e concludere, oppure passare al compagno meglio piazzato in caso di aiuto difensivo.

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1°concetto: giocare 1 c 1 all’interno di un movimento di giocatori e palla e non da fermi

L’idea che deve entrare nella testa dei giocatori è molto semplice: devono muoversi per ricevere la palla in una posizione da cui possono tirare con una buona percentuale di realizzazione.

Se un giocatore senza palla è istruito a giocare contro il proprio avversario, per sfruttare lo spazio che gli è concesso (per errore del difensore o per scelta), nel momento in cui riceverà il pallone (far vedere dove si vuole ricevere la palla), si troverà di fronte a tre possibilità:
-ricezione, occhi puntati a canestro, tiro (se il difensore è in netto ritardo);
-ricezione, occhi puntati a canestro, partenza in palleggio;
-ricezione, occhi a canestro e passaggio ad un compagno meglio piazzato (se ha perso l’attimo per il tiro).

Lavorare su questo concetto dell’1 c 1 in movimento e non da fermi (muovere il pallone e i giocatori), enfatizza il primo principio fondamentale dell’attacco:
– evitare di tenere la palla ferma, favorire la continuità e la fluidità dell’attacco, giocare 1 c 1 contro una difesa in ritardo, piuttosto che contro una difesa già posizionata e pronta a “fare muro”.

Ricordare ai giocatori in attacco senza palla:
-di non guardare il compagno con palla;
-di ricevere il pallone con gli occhi puntati verso canestro, pronti a partire in palleggio (piede perno), passare o tirare (dipende dal comportamento della difesa).


Regole base

avversario vicino: si batte in palleggio;
-avversario lontano: tirare o passare;
-avversario che non difende e sfida l’attaccante al tiro: giocare in dai e vai, o dai e segui, oppure bloccare per un compagno (in avvicinamento o in allontanamento)

L’attacco non deve mai subire la difesa, deve mantenere sempre l’iniziativa, è la difesa che deve reagire in base al comportamento dell’attacco.

L’1 c 1 è la chiave di un efficace gioco offensivo di squadra, in quanto se ben giocato, ci permette di mantenere l’iniziativa nei confronti della difesa.

MONDONI dal minibasket al basket

MONDONI dal minibasket al basket

 

2° concetto: penetrare e scaricare

Il giocatore in possesso di palla deve avere sempre molto chiaro se tirare, penetrare o passare a un compagno libero. L’1 c 1 è la chiave del nostro gioco offensivo, perchè se ben giocato, ci permette di mantenere l’iniziativa nei confronti della difesa.

Giocando in attacco in modo organizzato, si potrà ottenere che resti libero un giocatore, in quanto la difesa può essere sbilanciata sul nostro miglio tiratore.

Un corretto “spacing” tra i giocatori non in possesso di palla (con posizionamento in campo con la dovuta distanza tra i quattro giocatori che rende difficile qualsiasi rotazione difensiva ed ogni aiuto difensivo) rende molto più efficace la penetrazione, offrendo inoltre molte possibilità di passaggio ai compagni smarcati.

Per sfruttare un vantaggio acquisito battendo un avversario in palleggio, è fondamentale il lavoro senza palla degli altri quattro giocatori.

E’ importante muoversi in attacco in senso contrario a quello della rotazione difensiva, per rendere più difficile il recupero e inoltre permette di giocare alle spalle dei difensori (concetto dell’orologio).

E’ importante muoversi in coordinazione con il giocatore che penetra a canestro, ma anche con gli altri compagni, offrendo una linea di passaggio in diagonale rispetto alla penetrazione e dietro la penetrazione stessa.

Il giocatore che penetra in palleggio e scarica, deve continuare ad attaccare, muovendosi subito e correndo fuori dall’area per eventualmente ricevere e tirare.

[Tweet “La seconda penetrazione, se non addirittura la terza, uccide la difesa.”]

E’ importante mescolare la penetrazione e scarico con il passaggio ai pivot.

E’ meglio chiudere la penetrazione non sempre in terzo tempo, ma anche in secondo tempo, oppure con arresto e tiro.

3°concetto: utilizzo dei blocchi

L’obiettivo che si desidera conseguire piazzando un blocco a favore di un nostro compagno, è quello di ottenere un vantaggio di spazio o di tempo, per tirare, oppure per giocare 1 c 1 contro un avversario in ritardo.

Due sono i concetti guida nella costruzione del nostro attacco con i blocchi:
– nel momento in cui si porta il blocco, vogliamo sempre che il bloccante e il bloccato offrano due linee di passaggio al compagno in possesso di palla;

– spesso è il giocatore che ha bloccato ad essere libero, in quanto sfrutta il corretto comportamento della difesa che vuole impedire una facile ricezione al giocatore che sfrutta il blocco.

E’ importante che il giocatore senza palla che sarà bloccato, svolga un grande lavoro in movimento (lontano dal compagno che lo bloccherà), per fare in modo che il difensore del compagno non possa vedere contemporaneamente lui e il pallone. A questo punto, dopo aver cercato di ricevere il pallone, l’attaccante potrà cambiare di direzione e di velocità per sfruttare il blocco del compagno.

Regole base
-quando si effettua un blocco si devono offrire sempre due linee di passaggio, perché spesso il giocatore che ha portato il blocco si troverà smarcato;
-contro il cambio difensivo, allargare la difesa e lasciare spazio al bloccante per girarsi e ricevere il pallone;
-se la difesa insegue il tiratore, modifichiamo l’angolo ed effettuiamo un curl (ricciolo);
se la difesa passa sopra il blocco, modifichiamo l’angolo di blocco e giochiamo in allontanamento.

4°concetto: pick and roll

Il pick and roll (blocco del “big man” a favore di una guardia in possesso di palla) è ormai presente in tutti gli attacchi moderni. E’ un’azione cercata e giocata nei dettagli e deve prevedere sia il gioco sul lato del pallone, sia quanto avviene sul lato debole, con protagonisti i tre giocatori non in possesso di palla.

L’ipotesi classica di pick and roll prevede un giocatore in possesso di palla sul prolungamento della linea di tiro libero ed un compagno (generalmente un lungo) che gli porta un blocco. Non mi piace che quest’azione si svolga vicino alla linea di fondo perché è importante fornire al compagno due linee di penetrazione.

N.B. La posizione del bloccante deve essere perpendicolare alle spalle del difensore, “avvolgendolo” con il proprio corpo.

Regole base
-se la difesa passa dietro al blocco, tirare, oppure bloccare nuovamente il difensore sull’altro lato;
-se la difesa passa sopra, penetrare;
-se la difesa cambia, allargarsi per giocare 1 c 1, piccolo contro lungo (mis-match), oppure servire il lungo marcato dal piccolo;
-se la difesa aiuta e recupera, tenere il palleggio vivo e dare tempo al bloccante di girare verso canestro o verso l’ala per un tiro;
-se la difesa forza verso il fondo, scambio dei lunghi e cambiare di lato;
-sul lato debole è meglio stare larghi e decidere dove è preferibile piazzare il secondo lungo (post alto o post basso).

Mondoni Estonia

Mondoni Estonia

 

5° concetto: il gioco con il pivot

Una delle frequenti azioni offensive consiste nel far arrivare la palla al pivot basso (post basso). Questo giocatore può essere un centro o un’ala forte, abituato a giocare con le spalle a canestro, oppure un esterno che si trovi ad essere marcato da un avversario meno alto o meno potente fisicamente (mis-match).

Facendo arrivare la palla a questo giocatore in posizione di pivot si ricercano essenzialmente due obiettivi:
-giocare subito 1 c 1, vicino al canestro e con un tiro che avrà un’alta percentuale di realizzazione;
-in caso di aiuto difensivo, riaprire il gioco agli esterni per un tiro da 3 punti.

La palla può arrivare al pivot o al giocatore in post basso, in situazioni statiche o dinamiche.

In situazioni statiche il pivot è già schierato dove vuole lui, con il difensore che non può impedirgli la ricezione.

Nel caso di situazione dinamica, il pivot si muove verso il pallone in modo rapido, oppure riceve un blocco da un compagno.

N.B. Allineamento tra giocatore con palla, post basso e canestro, per ottenere, se la difesa è laterale, un angolo di passaggio immediato.

Regole base
– se la difesa marca il post basso davanti, cercare di creare un triangolo di passaggio dall’alto, rinunciando ad un passaggio lob;
-se la difesa gioca dietro al post basso, passaggio immediato e se non è possibile, giocare 1 c 1, oppure tagliare dentro per ricevere;
-giocare dentro-fuori tra pivot ed esterni;
-il centro quando passa il pallone fuori ad un esterno, deve riprendere la sua posizione per ricevere il passaggio di ritorno.

6°concetto: il ritmo del gioco

Il ritmo dell’azione in attacco fa riferimento alla velocità di spostamento dell’attaccante. L’attacco non deve mai muoversi alla stessa velocità della difesa. Se i difensori esasperano l’anticipo e la pressione sulla palla, è fondamentale che gli attaccanti rallentino i loro movimenti, usino il proprio corpo per prendere contatto con l’avversario, cambino di velocità per tagliare, smarcarsi, etc.

Il ritmo del gioco è un concetto che comprende la fluidità dell’attacco a metà campo, la transizione offensiva.

Esempi di movimenti a 2 e a 3
La base della pallacanestro in attacco è giocare 1 c 1. In un gioco a 5 giocatori, i movimenti possono essere:
-a due (dai e vai, dai e segui);
-a tre (dai e vai, dai e segui, dai e cambia, dai e blocca);
– contropiede

Moltissimi sono i tipi di schieramenti in attacco contro la difesa individuale: Flex Offense, Stagger, Shuffle, Stack, Doppio Stack, Delaware, America, etc.

Ogni gioco in attacco deve basarsi soprattutto sulla lettura della difesa e quindi ci si può schierare in tanti modi e ciò dipende dai giocatori a disposizione e dallo schieramento in difesa della squadra avversaria.

L’allenamento è un momento fondamentale della vita di una squadra è durante l’allenamento che si costruisce la squadra, partendo dai fondamentali individuali per arrivare al gioco di squadra.

L’allenamento deve essere competitivo, richiedere impegno mentale, organizzato, concreto, combinare esercizi (reali) e gioco, deve lasciare spazio alla tecnica individuale e al tiro. L’allenamento non è la partita, è necessario dare spazio agli errori e se non va si deve essere in grado di cambiarlo.

Conclusioni
Un buon allenatore non deve utilizzare schemi di attacco copiati dai grandi allenatori, solo perché sono schemi vincenti, ma utilizzare quelli adatti alle caratteristiche dei propri giocatori.


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Prof. Maurizio Mondoni
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