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Progressione didattica e metodologica di insegnamento del minibasket

Progressione didattica e metodologica di insegnamento del minibasket

Il Minibasket si deve insegnare ai bambini, non partendo dalla tecnica cestistica, ma dal “loro modo di giocare”.
Seguendo tale principio, i fondamentali individuali possono essere introdotti e assunti proponendo esercizi-gioco e giochi propedeutici.

Mondoni minibasket Messico

Mondoni minibasket Messico

 

Questa è la 2° lezione che ho tenuto a settembre 2013, ad Algarrobo in Cile, durante il Seminario Internazionale di Basquetbol Formativo denominato “Mondoni Orquesta”.

Ciò non significa che sia sufficiente proporre ai bambini dei giochi e lasciarli giocare, sperando così che il loro livello di prestazione migliori da solo.

Il bambino di fronte alle proposte dell’Istruttore si deve porre progressivamente di fronte a nuove difficoltà e a situazioni-problema da risolvere.

La nostra progressione didattica e metodologica di insegnamento del Minibasket parte dal bambino e da ciò che è in grado di fare per arrivare alla costruzione del gioco globale.
Prof. Maurizio Mondoni
#iostoconibambini


A 5-6 anni

In questo periodo l’Istruttore deve educare e sviluppare le capacità senso-percettive, gli schemi motori e posturali, le capacità motorie dei bambini e più gesti e movimenti propone aumenta il loro “bagaglio motorio”.

Gli esercizi-gioco e i giochi devono essere proposti in forma globale, attraverso situazioni-problema da risolvere “Vediamo chi riesce a ?” e il clima della lezione deve essere piacevole e sereno. A quest’età non bisogna insegnare ai bambini i fondamentali cestistici.

L’obiettivo finale è di insegnare ai bambini a giocare nello spazio e nel tempo con la palla e con i piccoli attrezzi, educando gli schemi motori e posturali.


A 7-8 anni

Continua il lavoro di educazione e di sviluppo degli schemi motori di base e posturali, per trasformarli progressivamente in abilità motorie specifiche (fondamentali individuali di gioco), attraverso l’educazione e lo sviluppo delle capacità motorie individuali (giocare a palleggiare, tirare, passare, smarcarsi e difendere).

Quando un bambino è “pronto” (cioè quando conosce i movimenti che può compiere nello spazio e nel tempo, quando capisce quale è il canestro da attaccare e quello da difendere, capisce che cosa può fare in attacco e in difesa e conosce a grandi linee il regolamento di gioco), allora l’Istruttore può presentare le 4 regole principali di gioco, da cui si estrapoleranno successivamente i fondamentali cestistici (palleggio, passaggio, smarcamento, tiro e difesa).


Le 4 regole

1) “Non si può camminare né correre con la palla in mano, ma per spostarsi in campo si deve palleggiare“.

2) “Non si può sempre giocare da soli contro tutti, ma avendo dei compagni di squadra, bisogna cercare di passare la palla”.

3) “Per vincere bisogna realizzare più canestri degli avversari, quindi bisogna tirare nel canestro avversario”.

4) “La difesa parte dall’attacco, quindi se abbiamo la palla bisogna difenderla, se la perdiamo dobbiamo cercare di recuperarla e se non ci si riesce, bisogna difendere il canestro”.

La progressiva trasformazione degli schemi motori e posturali (abilità semplici) in abilità complesse, attraverso l’educazione e lo sviluppo delle capacità motorie individuali per metterà al bambino di giocare nello spazio e nel tempo.

L’Istruttore dovrà iniziare il lavoro di costruzione partendo da situazioni di gioco di 1 c 1 per arrivare a giocare 3 contro 3, senza insistere sulla tecnica esecutiva e sulla correzione analitica.

A quest’età non è importante ricercare subito il perfezionamento e la tecnica esecutiva dei fondamentali di gioco, ma bisogna educare e sviluppare la capacità di gioco individuale che è la conoscenza dei movimenti che si possono eseguire con il proprio corpo (da fermi e in movimento) “in toto” o nelle singole parti, la conoscenza dello spazio e del tempo (strutturazione spazio-tempo), la conoscenza della palla, delle regole di gioco (Regolamento, Arbitro e Ufficiali di campo), la conoscenza dei compagni e degli avversari, la conoscenza dei fondamentali individuali e di squadra (di attacco e di difesa).

L’obiettivo finale è quello di far giocare i bambini 3 c 3 in forma libera in metà campo.

MONDONI - Estonia minibasket

MONDONI – Estonia minib


A 9-10 anni

Continua il lavoro di educazione e sviluppo delle capacità e abilità motorie, i fondamentali di gioco devono essere ulteriormente perfezionati e le correzioni diventano più analitiche. A quest’età si utilizza un metodo di insegnamento di tipo misto.

Si parte dal globale (gioco-base 1 c 1, 2 c 2, 3 c 3), si passa all’osservazione per passare all’analitico e infine per ritornare ancora al globale con conseguente verifica.


Il gioco-base

Il gioco-base (può essere qualsiasi esercizio-gioco o gioco propedeutico, o situazioni di 1 c 1, 2 c 2, 3 c 3, 4 c 4, 5 c 5) è la piattaforma ideale per insegnare ai bambini a giocare a Minibasket, dopo aver costruito una base motoria multilaterale solida.

Dal gioco-base, l’Istruttore osserva ciò che succede in campo ed estrapola le “situazioni non corrette o non apprese bene” dai bambini. In questo modo lavora su queste situazioni (analisi del gesto) e presenta esercizi-gioco “ad hoc”, per ritornare poi al gioco base (globale) e verificare se la capacità di gioco dei bambini è migliorata. La correzione deve essere globale ed effettuata mentre i bambini giocano.


Il gioco-base 1 c 1

Il gioco base 1 c 1 può essere utilizzato a partire da 8 anni e in modo più complesso con i bambini di 9-10 anni e rappresenta il punto di partenza dell’insegnamento del Minibasket. Le indicazioni:

  1. non si può correre con la palla in mano;
  2. non si può uscire dal campo;
  3. non si può palleggiare nuovamente dopo aver terminato il palleggio (arresto);
  4. chi è in possesso di palla deve cercare di andare dove non c’è l’avversario (spiegare come) e deve decidere subito cosa fare, ma deve anche cambiare idea se ciò che ha previsto non si sta verificando;
  5. chi è in possesso di palla deve cercare di non farsela portare via (palleggio protetto, girarsi di schiena);
  6. chi è in possesso di palla deve cercare di battere l’avversario (in palleggio o passando la palla);
  7. chi non è in possesso di palla ed è in attacco deve smarcarsi (muoversi nello spazio);
  8. chi è in difesa non deve mai farsi battere e deve stare davanti all’attaccante (tra lui e il canestro), sia che abbia o non abbia il possesso di palla.

L’Istruttore deve osservare il comportamento dei bambini durante il gioco-base ed estrapolare ciò che i bambini non sanno fare o che non fanno bene, proponendo esercizi, giochi e gare utili a risolvere il problema.

Il gioco-base 1 c 1 si può iniziare da palla sorteggiata o da palla consegnata dall’Istruttore al bambino, si può giocare 1 c 1 a tutto campo, a metà campo, sotto canestro, proponendo situazioni di 1 c 1, 2 c 1 a tutto campo, a metà campo e sotto canestro.

L’Istruttore funge da Arbitro, amministra il gioco, lo ferma in caso di violazioni al regolamento, insegna il regolamento, è tollerante con gli errori dei più piccoli.


Il gioco-base 2 c 2

Nel gioco-base 2 c 2 abbiamo due situazioni: una di 1 c 1 con palla e una di 1 c 1 senza palla. Sommando le due situazioni iniziano i giochi a 2 di collaborazione in attacco e in difesa.

Le possibilità dell’attaccante con palla aumentano, infatti oltre che palleggiare e tirare, può anche passare la palla al compagno che si è smarcato; mentre in difesa un bambino difende ancora sul possessore di palla, mentre l’altro difende su chi non è in possesso di palla.

E’ molto importante limitare all’inizio il numero dei palleggi dell’attaccante (esempio: massimo tre) in possesso di palla, per obbligarlo a passare frequentemente la palla (il passaggio è più veloce del palleggio).

L’Istruttore funge da Arbitro, amministra il gioco, ferma le azioni in caso di violazioni o di falli e insegna il regolamento di gioco.

Minibasket in Brasile 10

Minibasket in Brasile 10


I giochi-base 3 c 3, 4 c 4 e 5 c 5

In questi giochi-base è importante mettere i bambini in condizione di gestire lo spazio a disposizione (prima a tutto campo, poi a metà campo, poi sotto il canestro).

A tale scopo deve proporre situazioni reali di sovrannumero e sottonumero in modo che chi è in possesso di palla possa scegliere, oltre che palleggiare, tirare, palleggiare e tirare, a chi passare la palla.

 Non deve esistere una specializzazione dei ruoli, i gesti e i movimenti non devono essere estremamente tecnicizzati, il gioco deve essere libero e le ”idee di gioco” (di attacco e di difesa), devono essere presentate in progressione (dal semplice al difficile).
Prof. Maurizio Mondoni
#iostoconibambini

L’Istruttore deve proporre situazioni reali di gioco (giochi semplificati) di sovrannumero e sottonumero, deve avere pazienza, deve rispettare i diversi ritmi di apprendimento dei bambini e gli esercizi-gioco non devono essere troppo lunghi e coreografici (essenzialità).

L’obiettivo finale è fare arrivare i bambini a giocare 4 c 4 e 5 c 5 in forma libera prima e poi in una forma organizzata.


I giochi semplificati come base dell’insegnamento

Uno dei problemi più importanti e assillanti per molti Istruttori, è come far giocare bene la propria squadra nei Tornei Minibasket, quindi si preparano schemi di gioco, difese particolari, si esaminano le possibilità di schierare subito o dopo il quintetto più forte e così di seguito.

Questa non è sicuramente la strada da percorrere per fare in modo che la propria squadra migliori e giochi in modo organizzato.

Il far giocare a pallacanestro i bambini e il creare atteggiamenti positivi verso la pratica e lo sviluppo di allenarsi in modo regolare, richiedono una metodologia d’insegnamento che coinvolga il bambino, che lo incuriosisca continuamente con esercizi e giochi interessanti, emozionanti e tutto ciò stimola l’iniziativa personale e la creatività e la spontaneità.

I giochi semplificati devono essere svolti sotto forma di gioco e ognuno è pensato in funzione di uno scopo preciso da raggiungere.

Sono giochi semplici da eseguire, perché le condizioni di gioco sono facili (numero ridotto di giocatori che vi partecipano, terreno di gioco ridotto, regole semplici, ridotti compiti motori assegnati ai bambini), preparano alla strategia di gioco, non sono complicati, sono “a misura” di bambino, durano al massimo un minuto, servono a promuovere la comunicazione e la cooperazione, permettono di “toccare” un numero maggiore di volte la palla e portano all’immediata conoscenza del risultato.


A 11-12 anni

A quest’età continua il lavoro di sviluppo delle capacità motorie individuali, i fondamentali individuali devono essere perfezionati ulteriormente assieme ai giochi di collaborazione a 2 e a 3 e al contropiede, la correzione diventa progressivamente più analitica.

Si parte dal gioco-base (1 c 1, 2 c 2, 3 c 3 o situazioni di sovrannumero e sottonumero), si osserva, si passa alla fase analitica e poi si ritornare poi gioco base per verificare se il lavoro svolto ha prodotto dei miglioramenti.

L’importante è che i bambini giochino molto, senza troppe interruzioni da parte dell’Istruttore. Solo in questo modo avranno l’opportunità di scoprire da soli le soluzioni più adatte, saranno più creativi, si divertiranno di più e non saranno obbligati a fare solo ciò che vuole l’Istruttore.

L’Istruttore deve dirigere il gioco, insegnare il regolamento, amministrare i falli e le violazioni, insegnare le segnalazioni arbitrali, non fischiare troppo spesso e cercare di far capire ai bambini la “globalità” del gioco.

L’obiettivo finale è giocare 5 contro 5 in forma organizzata.

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Prof. Maurizio Mondoni
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