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Il corpo e il movimento nella Scuola dell’Infanzia

Il corpo e il movimento nella Scuola dell’Infanzia

Parliamo di… Il corpo e il movimento nella Scuola dell’Infanzia.

I Nuovi Orientamenti della Scuola Materna (1991) inseriscono al primo posto il CORPO e il MOVIMENTO, come ad indicare che l’educazione ludico-motoria costituisce un itinerario privilegiato da seguire e un punto di riferimento fisso nella programmazione didattico-educativa.

E’ proprio dalla Scuola Materna, nella fascia 3-5 anni, che si sviluppano gli apprendimenti più significativi in relazione alla strutturazione dei prerequisiti motori.

I latini affermavano, giustamente che “natura non facit saltus”, perciò non è ipotizzabile dal punto di vista pedagogico e didattico, impostare il discorso iniziale di educazione motoria, e non solo motoria, dalla Scuola Elementare.

L’alfabetizzazione motoria non può che iniziare nella Scuola d’Infanzia, perché, in caso contrario, rischieremmo di impostare un intervento su base motoria, che teoricamente si dà per scontata, ma che, di fatto, nel bambino urbanizzato, scontata non è.

In genere la molteplicità degli stimoli che il bambino piccolo riceve nell’ambito familiare, è orientata verso attività ludiche di tipo sedentario, perciò alcune esperienze motorie elementari come il camminare, il correre, il saltare, il rotolare, il lanciare e il ricevere, l’arrampicarsi, etc., non possono essere vissute dal bambino in modo diretto, ma quasi sempre sotto orma di fruizione passiva dei messaggi televisivi, in definitiva, da spettatore.

Non esistono quasi più i giochi di movimento, in passato praticati all’aperto, nel cortile di casa o in altri spazi ludici, che costituivano una vera e propria palestra naturale, in cui il bambino assaporava il gusto dell’esplorazione, della scoperta e dell’avventura.

L’attività dinamica espressa attraverso il gioco motorio, consentiva al bambino di sviluppare in modo spontaneo le capacità motorie coordinative, condizionali e di mobilità articolare.

Ora che il campo di gioco naturale non esiste quasi più, è necessario che queste scarse opportunità motorie offerte a livello familiare, siano controbilanciate da una proposta educativa a livello scolastico, che sia rivolta allo sviluppo di un’attività di movimento all’interno del CURRICOLO, secondo una continuità verticale che parte dalla SCUOLA D’INFANZIA per arrivare sino alla SCUOLA MEDIA SUPERIORE.

Dal confronto dei Nuovi Orientamenti (1991) con quelli precedenti (1969), emergono alcune differenze importanti.

Si è passati da una concezione del bambino che ha bisogno di una continua protezione, a quella del bambino inteso come SOGGETTO che mobilità le sue risorse motorie, affettive, percettive e conoscitive, per costruire la sua personalità e il suo carattere.

La Scuola d’Infanzia, superando le vecchia concezione “di custodia”, si pone, quindi, in un’ottica diversa rispetto al passato, perché promuove una nuova qualità della vita del bambino, in un ambiente in cui è stimolato a pensare, progettare e produrre.

La realizzazione di una Scuola così concepita, esige naturalmente il passaggio da parte degli Insegnanti, da una condizione di semi-professionalità ad una condizione di professionalità a pieno titolo.

Rimanendo nel campo del motorio, l‘Insegnante della Scuola d’Infanzia deve essere capace di progettare interventi “mirati” che promuovano nel bambino “la presa di coscienza del valore del corpo, inteso come una delle espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica, da sviluppare in ordine a tutti i piani di attuazione formativa”.

Le implicazioni emotive e sociali dell’attività ludico-motoria, fanno sì che il bambino abbandoni via via i comportamenti di attaccamento alla persona più adulta più familiare, per realizzare condotte di esplorazione dell’ambiente ed instaurare legami sociali più differenziati, passando da una posizione di dipendenza ad una maggiore autonomia.

Questo periodo segna l’inizio della seconda infanzia (3-6 anni), caratterizzato da un pensiero pre-operatorio che si suddivide in due momenti importanti:
1) 3-4 anni, periodo pre-operatorio, che coincide con l’entrata alla Scuola d’Infanzia
2) 5-7 anni, periodo intuitivo.

Molte sono le implicazioni psicologiche relative alle aree psicomotoria, affettiva e cognitiva, per cui quando il bambino raggiunge il terzo anno di età, delinea alcuni livelli di maturazione importanti sia sul piano dello sviluppo somatico che su quello dello sviluppo psicologico, intellettuale, affettivo e sociale.

E’ questo un bel passo avanti, se si considera che in passato si è lavorato molto sul terreno della occasionalità e della spontaneità.

I contenuti didattici dell’educazione ludico-motoria nella Scuola d’Infanzia, identificabili con gli obiettivi, possono essere così riassunti:
sviluppo delle discriminazioni senso-percettive (visive, uditive, tattili, cinestesiche);
sviluppo degli schemi motori di base e degli schemi posturali;
sviluppo delle capacità motorie e in particolare quelle coordinative (coordinazione, equilibrio statico e dinamico, differenziazione e ritmo, orientamento del corpo nello spazio e nel tempo, anticipazione);
presa di coscienza del valore del corpo sia nelle sue valenze espressive che sotto l’aspetto igienico-salutistico;
ruolo primario al gioco (valorizzazione), inteso nelle sue varie accezioni (vero modo di essere del bambino).

L’educazione al gioco è una delle funzioni fondamentali dell’Insegnante della Scuola d’Infanzia (molti bambini, comunque, non sanno giocare, non sanno stare con gli altri, non comunicano).

Per quanto riguarda l’aspetto metodologico, si devono tener presenti nella Scuola d’Infanzia, oltre alla valorizzazione del gioco, l’esplorazione e la ricerca (capire e leggere la realtà circostante), la vita di relazione, la mediazione didattica (sviluppare l’apprendimento ed organizzare le conoscenze, l’osservazione, la progettazione e la verifica (per portare avanti un curricolo sulle effettive esigenze dei bambini), la documentazione (aspetto innovativo perché risponde all’esigenza di rendere visibile il progetto attraverso strumenti di diverso tipo (verbali, grafici ed audiovisivi).

La programmazione didattica concretizza le indicazioni dei Nuovi Orientamenti in rapporto alle specifiche esigenze della scuola (ambiente sociale, richieste da parte delle famiglie, capacità degli alunni), attraverso la scelta di obiettivi e metodi relativi ai sei campi di esperienza indicati nei Nuovi Orientamenti:
il corpo e il movimento
• i discorsi e le parole
• lo spazio, l’ordine e la misura
• le cose, il tempo e la natura
• i messaggi, le forme e i Media
• il sé e l’altro.

Le enunciazioni teoriche sin qui esposte rimarrebbero però sterili se non si traducessero in proposte operative.

Ma il corpo docente è adeguatamente preparato al compito?
E’ in grado di predisporre un progetto valido e concreto di educazione ludico-motoria dai 3 ai 6 anni?

Forse sarebbe meglio mettere in condizione gli Insegnanti di saperne di più in fatto di Educazione ludico-motoria, sarebbe meglio organizzare a livello provinciale o di Circolo, Corsi di formazione e di aggiornamento di educazione psicomotoria, utilizzando esperti, educatori preparati, che sappiano aiutare gli Insegnanti della Scuola d’Infanzia a “crescere” (consulenza e supporto in base all’autonomia scolastica, alla C.M. n. 466 e al Progetto Perseus).

Questi Consulenti, questi esperti, questi Insegnanti di E.F. potrebbero essere dei punti di riferimento preziosi all’interno dei circoli didattici distrettuali, utilizzando anche i supporti tecnici del M.P.I. e del C.O.N.I., che già hanno svolto questi Corsi a livello nazionale.

Inoltre, in collaborazione con il Provveditorato, con il C.O.N.I. locale, con gli Enti e le Amministrazioni locali, si potrebbero organizzare Corsi di attività ludico-motoria, che integrerebbero l’attività didattica svolta a livello curricolare.

E’ questo l’obiettivo che ci poniamo con questo progetto.

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Prof. Maurizio Mondoni
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