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Il passaggio dal Minibasket al Basket Giovanile

Il passaggio dal Minibasket al Basket Giovanile

La mia professione mi consente spesso di vedere partite di Minibasket e di Basket giovanile e a volte ho la netta sensazione che gli Istruttori di tali squadre inseguano sogni di protagonismo e facciano giocare i loro bambini e ragazzi con schemi copiati da grandi Allenatori, si comportino in panchina in modo isterico, urlino in continuazione: tutto ciò porta inevitabilmente all’abbandono precoce, alla rinuncia del piacere di giocare, di divertirsi, di socializzare, di stare assieme, di vincere o di perdere, ma comunque di misurarsi.

Per non parlare poi dei genitori, del loro comportamento in tribuna e dei dirigenti che non “dirigono”.

Ma questo è un luogo comune: succede in tutti gli sport!

 

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Si inizia con il Minibasket
L’età più indicata per iniziare a giocare a Minibasket è attorno ai 6 anni, considerando però il Minibasket un’attività ludico-sportiva, formativa, un potente mezzo di educazione sportiva e di avviamento allo sport e al confronto (e non allo scontro).

Il Minibasket (5-11 anni) non deve essere considerato esclusivamente un avviamento alla pallacanestro, ma un gioco-sport con la palla, che potrà diventare successivamente pallacanestro: se ben insegnato, però!

I fondamentali di gioco (palleggio, passaggio, smarcamento, tiro e difesa) devono essere insegnati sotto forma di gioco; i bambini devono arrivare ad imparare a giocare a pallacanestro in modo progressivo.

Prima si devono educare e sviluppare gli schemi motori di base, le capacità e le abilità motorie, progressivamente i bambini devono imparare la tecnica cestistica e…. invece spesso tutto viene capovolto e si insegna subito la tecnica esecutiva, si privilegiano i talenti e si trascurano gli altri, che magari potrebbero essere dei talenti tardivi.

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A Scuola

Purtroppo in Italia nella Scuola Primaria non si fa attività sportiva, poco spazio è dedicato all’Educazione Motoria e Sportiva.

Nella Scuola Secondaria poche sono le ore dedicate all’insegnamento della pallacanestro e i Giochi della Gioventù prima e i Giochi Sportivi Studenteschi poi spesso sono la fotocopia dei campionati federali.

La Scuola, invece, è il “bacino di utenza” più grande dal quale non si devono attingere solo i talenti, ma diffondere un tipo di cultura motoria e sportiva per tutti.

Tutti hanno diritto di provare a praticare un’attività sportiva, senza avere il timore di essere “esclusi” perché non bravi o talentuosi.

Lo sport deve avere diritto di “cittadinanza” anche nella Scuola e non deve essere considerato di serie B dai Dirigenti Scolastici e dagli altri Insegnanti.

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Basket giovanile
Numerose e delicate sono le tematiche relative alla pratica e alla conduzione della pallacanestro in età giovanile e in special modo nel momento del passaggio dal Minibasket al Basket giovanile.

A livello femminile il “gap” è maggiore, ancora meno sono le squadre che partecipano ai Trofei e ai Campionati Federali.

Questo passaggio non deve essere traumatico, infatti non si può passare subito e repentinamente dal gioco allo sport.

I metodi di insegnamento e gli allenamenti devono essere graduali, progressivi, consequenziali, tenendo conto di coloro che hanno già praticato il Minibasket e di coloro che non l’hanno praticato.

E’ questo il periodo (12-13 anni) degli abbandoni precoci, dello sciupio dei talenti, della non capacità di molti Istruttori di essere prima Educatori e successivamente Tecnici, della impreparazione e superficialità di molti dirigenti nel “gestire” questo importante momento della vita sportiva dei giovanissimi.

In relazione al grande numero di bambini che “escono” dal Minibasket”, poche sono le squadre che continuano l’attività federale (under 13) e questo dimostra che spesso si seleziona subito, si tecnicizza in modo esasperato, si ricercano immediatamente i talenti a discapito degli altri, che magari, successivamente diventeranno più bravi di quelli precedentemente scelti.

A livello Minibasket e nel momento del passaggio al Basket giovanile, gli Istruttori dovrebbero essere molto bravi e con esperienza, invece, a volte, i Dirigenti scelgono Istruttori non qualificati, giocatori e altri personaggi che non sono in grado di “gestire” in modo corretto questo delicato passaggio.

Conclusioni
Io credo in un certo modo di insegnare il Minibasket e il Basket giovanile e questa mia filosofia ho cercato di trasmetterla dal 1981 al 2001 ai miei Istruttori e successivamente ai miei studenti in Università.

Io credo in un Minibasket e in un Basket giovanile ricchi, creativi, interessanti, divertenti e stimolanti.

Io credo che il Minibasket e il Basket giovanile non debbano produrre solo campioni, ma anche persone che sappiano trovare nel gioco motivazioni valide e risposte corrette ai loro bisogni.

Al di là della Legge Bosman, è importante che gli Istruttori continuino a “lavorare” sui settori giovanili, io credo nei “galli ruspanti”, nei campioni “fatti in casa” e i Dirigenti devono essere orientati in questa direzione. Non serve a niente fare i passi più lunghi della gamba per vincere un campionato o un torneo, la teoria dei piccoli passi, se fatti bene, paga sempre.

Io credo che più bambini giocano a Minibasket, più giocatori arriveranno a praticare il Basket giovanile.

SPALDING – “NBA HIGHLIGHT BLACK”, Pallone da basket

Pensiero finale
La mia speranza è che i Centri Minibasket prima e le Società di Pallacanestro poi, non perdano di vista la loro funzione sociale e che tutti gli Istruttori cerchino di diffondere un corretto costume morale dell’insegnamento sportivo, che magari non ci farà vincere subito un titolo o una medaglia, ma ci farà sicuramente ottenere in seguito dei giovani e dei cittadini migliori!


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