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L’individuazione e la ricerca del talento nella pallacanestro

L’individuazione e la ricerca del talento nella pallacanestro

Per molti Istruttori di pallacanestro a livello giovanile è molto importante conoscere se sia possibile riconoscere subito in un giovanissimo atleta inclinazioni verso la pallacanestro e avviarlo precocemente ad essa.

Esiste a questo scopo, una naturale tendenza a riconoscere particolari doti solamente nei soggetti che ottengono subito risultati tecnici notevoli in età precoce.

C’è da chiedersi se sia giusto che ciò avvenga nelle prime fasce d’età, oppure se non sia pedagogicamente più corretto, porre una maggiore attenzione all’evolversi delle caratteristiche cognitive, psichiche, fisiche e motorie nel corso dei successivi anni e considerare solo dopo il grado di padronanza tecnica, come “ruolo prevalente” dell’individuazione del talento.

Esiste una grande differenza tra avviamento precoce all’attività motoria e sportiva e specializzazione precoce.

Sicuramente l’avviamento all’attività motoria deve essere precoce, ma la specializzazione tecnica e la definizione dei ruoli devono seguire delle tappe obbligate nel corso degli anni e terminare successivamente con il perfezionamento progressivo della tecnica esecutiva, rispettando le leggi dell’accrescimento e dell’apprendimento.

Da anni le problematiche relative all’individuazione e alla ricerca del talento sportivo sono al centro delle discussioni di Allenatori, Istruttori, Pediatri, Medici, Psicologi, Sociologi, Ricercatori e Federazioni Sportive Nazionali.

Su questo tipo di ricerca sono stati investiti tempo, risorse umane e finanziarie, per identificare ed assistere il talento e molte Federazioni Sportive stanno impostando piani relativi alle procedure e alle strategie di ricerca e sostegno del talento.

In questi piani di individuazione e di ricerca del talento si tiene conto sia della necessità di prevedere il talento a partire da dati e informazioni raccolte sul giovane atleta in tempi più o meno lunghi, ma ai presupposti e alle riserve di prestazione), sia di allestire un sistema di sostegno organizzativo e metodologico per il potenziale talento.


L’abbandono

I casi di abbandono dell’attività sportiva (drop out), anche da parte di giovani atleti ai quali era stata pronosticata una luminosa carriera, sono piuttosto comuni ed evidenziano in tutte le discipline sportive, la necessità di trovare un sistema di sostegno del talento, che non può limitarsi semplicemente a corsi di formazione da parte delle Federazioni Sportive per Istruttori e Allenatori con modalità tradizionali o alla semplice erogazione di borse di studio o di altri servizi finanziari ai “candidati” campioni.

L’identificazione di strategie di individuazione ed incubazione del talento, implica la necessità di chiarire problemi importanti, quali:
– l’esistenza del talento sportivo e la sua identificazione;

– la qualità e l’efficacia degli strumenti ed i modelli di riferimento utilizzati a tal fine;

– le modalità ottimali per la realizzazione di azioni organizzate di selezione e sostegno del talento, che tengano conto del contesto sociale ed economico in cui esse si impiantano.

Il problema della “ricerca del talento” risiede nella possibilità di sviluppare previsioni del talento con ragionevoli probabilità di successo a partire da dati empirici sintetici, senza procedimenti di selezione spietata o basati su pochi criteri o indicatori inadeguati.

Il problema della previsione e del sostegno del talento cambia completamente volto se è applicato solo a quelli che già praticano un determinato tipo di sport (individuale o di squadra), oppure se è considerato come strategia per identificare il potenziale campione sull’intera popolazione di riferimento, anche non ancora praticante un determinato tipo di sport.

La crisi demografica, gli effetti dell’intensa commercializzazione dello sport, la concorrenza tra le diverse attività sportive, la ricerca anticipata del successo, l’abbandono in età giovanile, hanno conseguenze piuttosto evidenti su queste problematiche.

In termini puramente statistico-probabilistici, le possibilità di reperire un talento sportivo, dipendono fortemente dal numero e dalla qualità degli atleti esistenti nel circuito abituale di reclutamento e specifico di ogni singola Federazione Sportiva, oltre che dal numero e dalla qualità degli atleti.

Le azioni di ricerca del talento hanno assunto in alcune occasioni le caratteristiche di una vera e propria “caccia” al campione, indirizzata verso le fasce d’età sempre più precoci e condotta, a volte, da Istruttori e Allenatori incapaci e impreparati che utilizzano metodologie di insegnamento e di allenamento non particolarmente avanzate dal punto di vista scientifico.


ISTRUTTORI ED ALLENATORI DI TALENTO PER ATLETI DI TALENTO

Le Federazioni Sportive devono organizzare corsi di formazione per creare Istruttori e Allenatori competenti, non solo basati sulla tecnica, ma anche e soprattutto sulla metodologia dell’insegnamento e dell’allenamento, sulla biologia, sulla biomeccanica, sulla comunicazione e gestione del gruppo. Sono noti i casi di giovani atleti pervenuti all’élite agonistica grazie all’appassionata azione di un Istruttore o di un Allenatore, dedicato totalmente a promuovere la carriera del giovane.

Un’azione di carattere strategico, però non si può affidare esclusivamente a una o più iniziative individuali, ma deve basarsi, per essere efficace, su di un Sistema. L’opera dell’Istruttore e dell’Allenatore preparato psicologicamente, tecnicamente e metodologicamente, è sicuramente un elemento determinante nel processo di individuazione e di ricerca del talento.

Purtroppo molti Istruttori e Allenatori non ricevono un costante flusso di informazioni, né dalla ricerca scientifica, né dalle Federazioni Sportive, attraverso un procedimento di valutazione costante dell’efficacia delle modalità impiegate attualmente nel far emergere il talento.

La creazione di “poli locali” di sviluppo di sport specifici e di “centri provinciali, regionali e nazionali” di monitoraggio del talento, adeguatamente sostenuti, può costituire un tentativo importante di risposta a questo problema.

Spesso gli Istruttori e gli Allenatori che dovrebbero occuparsi di queste problematiche, non si dedicano esclusivamente a questo, ma sono coinvolti in incarichi eccessivamente dispersivi che non permettono loro di essere concentrati sul percorso ottimale di ricerca e sostegno del talento.

Generalmente chi lavora con i giovanissimi non è preparato a questo tipo di attività, non conosce metodologie di insegnamento e di allenamento adeguate, è sottopagato e l’unico obiettivo è quello di vincere subito e “scovare” atleti da inserire o in prima squadra.

E’ necessario puntare soprattutto all’allestimento di un Sistema di “incubazione” del talento, che sia capace di utilizzare e incrementare i risultati della ricerca scientifica, ma allo stesso tempo si renda conto del ruolo decisivo svolto dagli Istruttori ed Allenatori e di tutta una serie di strutture e di supporto all’interno di una vera e propria strategia “mirata” di promozione e di sostegno.

E’ importante aspettare il talento tardivo e non selezionare precocemente gli atleti: molto spesso si fanno calcoli probabilistici errati.

Le Società Sportive devono investire su Istruttori e Allenatori competenti!

Il concetto di “incubazione del talento” esprime il riconoscimento dell’importanza degli aspetti di sostegno organizzativo, logistico e di servizio, la necessità di un coinvolgimento di soggetti e risorse diverse, della predisposizione di un ambiente ottimale.

E’ importante creare un Osservatorio delle capacità motorie dei singoli atleti a livello provinciale, regionale e nazionale e creare Istruttori e Allenatori competenti. I casi di abbandono dell’attività sportiva, anche per i soggetti ai quali era stata pronosticata una luminosa carriera, sono piuttosto comuni ed evidenziano la necessità di un sistema di sostegno che non può limitarsi solo ai raduni, alla somministrazione di test motori, a trasferte-premio, a corsi di formazione e di aggiornamento per i tecnici, a borse di studio o a sponsorizzazioni ai “candidati campioni”.

PREDIRE E CONTROLLARE IL TALENTO: questioni preliminari e di metodo
L’identificazione di strategie di individuazione ed incubazione del talento implica naturalmente la necessità di chiarire alcuni problemi preliminari:
– esiste il problema talento?
– quali strumenti e modelli di riferimento possono essere utilizzati per identificarlo e prevederne lo sviluppo?

– quali sono le modalità ottimali per la realizzazione di efficaci azioni organizzate di selezione e di sostegno del talento che non siano fantascientifiche o inapplicabili?

– esiste il problema del talento tardivo?

ESISTE IL TALENTO SPORTIVO?
E’ importante pronosticare che un soggetto sia o meno un talento?

In genere gli addetti ai lavori rispondono di sì.

E’ un fatto che ognuno di noi ha avuto esperienze di atleti che apprendono più velocemente di altri o che forniscono prestazioni elevate subito e quindi di grandi possibilità di progresso.

Il fatto, poi, che la maggior parte di atleti di livello provenga da un percorso di questo tipo, rinforza ulteriormente queste considerazioni.

E’ meno facile definire i criteri con cui stabiliamo che un soggetto sia un talento e quali siano i confini di applicazione di tale concetto. Ogni qualvolta ci si pone di fronte al compito di effettuare una previsione su di un talento, dobbiamo chiederci che “cosa vogliamo prevedere e a che cosa deve servire un metodo di previsione corretto di un talento sportivo?”

La risposta al secondo quesito è probabilmente più facile. Un metodo adeguato di previsione del talento serve soprattutto a evitare la dispersione delle risorse umane e non, a non investire tempo e denaro in un giovane atleta che potrebbe non rivelarsi poi ciò che ci aspettiamo.

Un planning strategico e predizione sono strettamente collegati tra loro; difficile è trovare ragioni forti a sostegno di una metodologia scientifica di identificazione e di ricerca del talento.

Per svolgere questo compito, una corretta metodologia di previsione e di controllo del talento dovrebbe essere in grado di discriminare gli atleti che avranno successo da quelli che non l’avranno.

A questo punto diventa importante definire cosa significa “avere successo nel trovare un talento” e quale è il rischio di errore che intendiamo correre, dato che ogni errore implica un costo.

La natura dell’errore dipende essenzialmente dal tipo di previsione che vogliamo fare e della tolleranza dell’errore che vogliamo accettare.

La determinazione del livello di accuratezza della predizione del talento è molto importante.

Se l’errore di previsione implica un costo, anche l’aumento della precisione implica costi in termini di tempo, denaro e risorse organizzative, che non sempre possono essere sostenuti per minimizzare in modo decisivo l’errore.

D’altra parte risparmiare risorse e avere un Sistema con notevoli probabilità di errore è un non senso, perciò l’investimento ridotto non produrrà gli effetti desiderati.

Fare previsioni significa verificare in seguito se le stesse hanno avuto un esito positivo.

Per mettere in piedi un Sistema efficace di previsione, dovremmo identificare come talento solo colui che poi consegue effettivamente risultati elevati e non chi, inizialmente sembra dotato e poi per una varietà di ragioni, non arriva ad esprimere pienamente le proprie potenzialità.

Molte volte gli Allenatori parlano di talenti bruciati, di talenti inespressi, di talenti incompresi, di atleti di successo che però non erano veri talenti: la risposta spesso è che in fondo non si trattava di un vero e proprio talento.

Questo modo di ragionare sfugge ai problemi e non ci permette di comprendere né come mai ci sia stata una valutazione errata all’inizio, né eventualmente, quali siano state le cause dell’interruzione della carriera di un atleta promettente.

La principale difficoltà di identificare il talento nasce soprattutto dal fatto che la prestazione sportiva è influenzata da molti fattori (genetici, potenziali, pratica motoria e sportiva negli anni sensibili, tipo di allenamenti).

Qualunque sia lo sport praticato, non è possibile limitare il talento al semplice possesso di caratteristiche biologiche vantaggiose.

La trasformazione del talento potenziale in talento attuale, implica certamente altri requisiti:
– fattori psicologici e caratteriali (personalità, controllo emotivo, motivazioni intrinseche);

– fattori di sostegno (servizi medici, ortopedici, tecnologie, staff).

Il talento sportivo è colui che è caratterizzato da presupposti di prestazioni adeguati, in rapporto al ventaglio di caratteristiche motorie e psicologiche che risultano significative per la pratica efficace di una determinata prestazione sportiva.

Definire “talento” un giovane promettente, significa creare una serie di aspettative nel soggetto e in tutte le persone che gli stanno attorno. Certamente queste aspettative possono avere conseguenze vantaggiose in quanto sostengono pienamente le motivazioni e l’impegno del giovane atleta che si allena e gareggia, ma possono anche creare un corto circuito nel Sistema, nel caso in cui, per qualche ragione alle elevate aspettative non arrivino i successi attesi.

QUALI SISTEMI E MODELLI DI RIFERIMENTO POSSIAMO UTILIZZARE PER INDIVIDUARE IL TALENTO E PREVEDERNE LO SVILUPPO?
Il problema dell’esistenza del talento s’identifica essenzialmente con quello delle possibilità reali di prevedere una prestazione futura e quindi, di sviluppare previsioni di risultati futuri con ragionevoli probabilità di successo a partire da dati empirici sintetici e non sulla base di semplici convinzioni personali ed impressioni vaghe.

Se l’Allenatore non dispone di una metodologia esplicita e sistematica di identificazione del talento, la ricerca del talento diviene una pratica molto vaga e difficile da includere in una strategia razionale.

Nella maggior parte dei casi, la ricerca del talento è avvenuta attraverso strategie semplici (colpo d’occhio, prestazione ottenuta in gara), oppure si è tenuto conto delle capacità motorie dell’atleta, la tarda specializzazione (talenti tardivi) o il cambiamento di uno sport.

In passato la strategia utilizzata era quella della raccolta e dell’analisi di dati relativi a gruppi di giovani di elevato livello, che erano seguiti per un periodo di tempo piuttosto lungo.

In questo modo erano costruiti dei modelli di sviluppo pluriennale.

Questo modo di procedere ha avuto un certo successo negli sport individuali, perché il tutto era basato sulle capacità condizionali, di mobilità articolare, coordinative, su indicatori medico-fisiologici, psicologici, di gara, che di volta in volta erano controllati.

La raccolta e l’analisi statistica di dati relativi ai test somministrati (antropometrici, funzionali, motori generali e specifici) non ha ancora raggiunto livelli significativi di sviluppo in grado di consentire l’elaborazione di procedure statistiche di produzione del talento sulla base della semplice evoluzione della prestazione o di alcuni indicatori.

I modelli di prestazione utilizzati come sistemi di previsione del talento devono essere attentamente costruiti sull’analisi dello sport specifico e soprattutto degli atleti che davvero arrivano ad alti livelli.

I fattori più significativi a cui gli Istruttori e gli Allenatori fanno riferimento per l’individuazione del talento, sono:
– i parametri di tipo fisiologico;
– il rapporto tra l’età biologica e quella cronologica;
– i criteri morfologici (peso, altezza, grande apertura delle braccia);
– le abilità tecniche specifiche
– le capacità motorie (condizionali, mobilità articolare, coordinative);
– la motivazione e desiderio di riuscita;
– la personalità, il carattere e il controllo emotivo
– l’apprendimento tecnico
– il carico di lavoro;
– le frustrazioni.

Spesso gli Allenatori non sono abili a valutare tutti questi fattori e sono attenti solo ai parametri tecnici, che ritengono molto importanti.


Il transfert

Nella produzione di una determinata attività motoria e sportiva quanto più ampia è la “banca dati”, tanto meno il S.N.C. deve creare una progressione cinetica, che indurrebbe ad un rallentamento dell’attività, compromettendo il raggiungimento dello scopo.

Praticamente se un Istruttore ha educato e sviluppato bene le capacità motorie ad esempio nel calcio, queste possono essere trasferite nel basket e viceversa.

Mancanza di comunicazione e gestione del gruppo, poche conoscenze di fisiologia, di teoria dell’allenamento e di effetti del movimento

Molti Allenatori non sanno comunicare con i loro atleti e non sono in grado di “gestire” il gruppo, non sanno distinguere l’età cronologica da quella biologica, non conoscono le “fasi sensibili” delle capacità motorie, pensano solo a fornire un modello ideale di prestazione adatto alle diverse età.

Conoscono solo la tecnica esasperata, gli schemi di gioco, non sanno utilizzare bene i feedback e non sono sempre in grado di “leggere” accuratamente le trasformazioni sociali per allestire strategie vincenti di ricerca e valorizzazione del talento sportivo.

E’ indispensabile una valutazione di tipo longitudinale che, sostanzialmente, può essere considerata come un calcolo del ritmo individuale di sviluppo motorio e come una possibile valutazione anticipatoria della presenza di condizioni positive di rapido sviluppo.

Oggi possiamo affermare che i modelli previsionali per la selezione del talento non sono ancora del tutto convincenti e pienamente utilizzabili per un sistema efficace di selezione.

La prestazione sportiva, infatti, è un fenomeno estremamente complesso con interazioni difficili da districare.

Certamente la raccolta a tappeto dei dati consentirà di chiarire maggiormente alcuni aspetti, ma al momento possiamo dire che non disponiamo per niente di un sistema sicuro di identificazione del talento.

Chi non è considerato “talento” si allena spesso in condizioni non idonee e con Allenatori non sempre all’altezza della situazione.

Chi non è ammesso ai raduni o nelle diverse squadre regionali o nazionali, non ha la possibilità di allenarsi in modo specifico e razionale e così le sue possibilità si riducono fortemente e ciò compromette certamente le successive possibilità di carriera.

Se vogliamo sviluppare Sistemi di controllo del talento di maggiore efficacia, essi si devono basare su sistemi dinamici di soglie o norme di riferimento individuali.

I criteri per una corretta selezione del talento
Sono:
1) altezza;
2) rapporto tra l’età biologica e quella cronologica;
3) misurazioni antropometriche;
4) test capacità motorie (generali e specifici)

Altezza
Nella pallacanestro la statura è certamente una soglia significativa e quindi ha un valore predittivo notevole per discriminare i giocatori che entreranno nelle squadre di un certo livello, rispetto a quelli che non entreranno mai. Si basa sull’altezza dei genitori ed eventualmente dei parenti, sul peso corporeo alla nascita, sull’accelerazione della crescita dai 4 ai 6 anni, sull’altezza attuale, sulla crescita nella pubertà, sul grado di maturazione dello scheletro (qualità dell’ossificazione) e sull’appartenenza ad un determinato gruppo etnico.

Esistono tre sistemi per calcolare l’altezza futura dei giovani:

1) Bersaglio genetico:

  • maschi: statura del padre + statura della madre + 13 (numero fisso) diviso 2;
  • femmine: statura della madre + statura del padre – 13 (numero fisso) diviso 2.

N.B. La variabilità è di 8 cm. in più o in meno.

2) Sistema:

  • per i maschi: altezza del padre + altezza della madre x 1,08 (numero fisso) diviso 2;
  • per le femmine: altezza del padre x 0,923 (numero fisso) +   altezza   della madre diviso 2.

 

3) “Metodo TW2” (R.H. Tanner, adattato da Nicoletti: statura bersaglio)

  • effettuare una radiografia della mano non dominante a 12 anni e meno soggetta a stimoli ambientali (numero di nuclei di ossificazione funzionanti) e confrontarla a 14-16 anni per le femmine e a 16-18 per i maschi.

 

Rapporto tra l’età biologica e quella cronologica

L’Istruttore deve predisporre una griglia di osservazione individuale per ogni giocatore che tenga conto:

  • del peso;
  • dell’altezza;
  • dell’apertura delle braccia;
  • della maturazione del sistema scheletrico;
  • della maturità sessuale.

 

E’ importante conoscere bene l’età biologica dei giovani, perché si rischia di proporre allenamenti non corretti (pesi, pliometria, balzi), provocando in questo modo un rallentamento o la fine della crescita.

Misurazioni antropometriche
E’ importante misurare in modo corretto e preciso l’altezza (altimetro), il peso (bilancia), il diametro della mano (per la presa), l’apertura delle braccia.


Le capacità motorie

Non è solo la statura che entra in gioco, ma anche le capacità motorie individuali (condizionali, di mobilità articolare, coordinative) recitano una parte molto importante, i risultati dei test somministrati, la volontà, la disponibilità alla prestazione (allenamenti), la capacità di gioco, la personalità, il carattere, la voglia di sacrificarsi.

E’ importante sottolineare che le componenti soglia della prestazione possono essere diverse nell’età giovanile rispetto a quelle di atleti di alto livello, anche se certamente alcuni predittori rimangono importanti per tutta la carriera di un atleta (capacità decisionale).

Le capacità di prestazione dei diversi atleti sono evidenti già in età pre-scolare e diventano maggiori con l’età, quindi è necessario mettere in atto, non tanto un sistema di predizione infallibile, ma un Sistema di controllo continuo “on line”.

 

TEST
E’ importante predisporre una scheda individuale per ogni giocatore che comprenda i dati anagrafici, le date delle visite mediche e i risultati dei test somministrati.

TEST ANTROPOMETRICI

1) Misurazione del peso.
2) Misurazione dell’altezza.
3) Diametro della mano.
4) Apertura delle braccia.

TEST FUNZIONALI

1) Indice di Hirtz: misurare la circonferenza toracica in massima inspirazione e in massima espirazione e poi calcolare la differenza in cm.
2) Test di Lyan: eseguire una corsa calciata dietro sul posto per 1’, prendere le pulsazioni e verificare il tempo di recupero.
3) Test di Martinet (modificato prof. La Cava): eseguire 15 piegamenti degli arti inferiori, prendere le pulsazioni e verificare il tempo di recupero.
4) Test di Cooper.
5) Test di Conconi (soglia anaerobica)
6) Test di Legièr.

TEST MOTORI GENERALI
1) Flessione del busto in avanti al panchetto.
2) Test della bacchetta.
3) Seargent test e in alternativa il Test di Bosco o l’Abalakov.
4) Lancio della palla medica da 1 kg. a 2 mani in avanti (da ritti, da seduti, di schiena all’indietro).
5) Corsa veloce 20 mt. con partenza da fermi.
6) Corsa a navetta 10 mt. x 5.; cronometrare il tempo.
7) Resistenza: partenza dalla linea di fondo, corsa veloce fino a metà campo, scivolamenti a metà campo, corsa veloce in avanti, corsa all’indietro, corsa veloce in avanti, scivolamenti a metà campo, corsa veloce in avanti, corsa all’indietro, corsa in diagonale, scivolamenti, corsa in diagonale, corsa all’indietro. Cronometrare il tempo.
8) Salto in lungo da fermi o con rincorsa; misurare la distanza.
9) Salto triplo da fermi o con rincorsa; misurare la distanza.
10) Test di Fleishmann: appoggiare il piede su una tavoletta (larga 25 cm. e lunga 30 cm.), sollevare l’altro piede e rimanere in equilibrio; cronometrare il tempo di equilibrio.
11) Test della sospensione alla sbarra; cronometrare il tempo di sospensione a braccia flesse.
12) Test dei piegamenti degli arti superiori in 30”: contare il n° dei piegamenti eseguiti senza interruzione.
13) Test dei piegamenti degli arti inferiori in 30”: contare il n° dei piegamenti eseguiti senza interruzione.

TEST SPECIFICI
1) Corsa in avanti per 5-6 mt. con partenza da fermi; cronometrare il tempo.
2) Corsa laterale x 5-6 mt. con partenza da fermi; cronometrare il tempo.
3) Corsa all’indietro per 5-6 mt. con partenza da fermi; cronometrare il tempo.
4) Corsa a slalom per 10 mt. con partenza da fermi; cronometrare il tempo.
5) Gli stessi test palleggiando (di dx e di sx), con o senza arresto ad una linea.
6) Palleggio di dx o di sx da fondo campo fino all’altra linea di fondo campo; cronometrare il tempo.
7) Entrate in palleggio da dx e da sx (10); cronometrare il tempo.
8) Tiro dalle 3 posizioni: in 1’ contare quanti canestri sono stati realizzati.
9) Test sul passaggio: contare quanti passaggi si eseguono in 30” a 2 mani dal petto contro il muro (distanza 2 mt.).
10) Test sul passaggio: contare quanto tempo si impiega ad eseguire 10 passaggi battuti a terra contro il muro (distanza 4 mt.).
11) Test sulla difesa: contare quanti scivolamenti si effettuano in 30” (distanza 3 mt.).
12) Funicella.
13) “Big man”.
14) Test su 10 esercizi di ball-handling: contare il n° delle ripetizioni effettuate in 30” o in 1’.

QUALI SONO LE MODALITA’ OTTIMALI PER LA REALIZZAZIONE DI AZIONI ORGANIZZATE DI SELEZIONE E SOSTEGNO DEL TALENTO?

Oggi la ricerca e l’identificazione del talento non può essere separata dal sostegno del talento (sistemi di allenamento e di competizione).

Per andare incontro agli aspetti motivazionali, l’allenamento sportivo deve essere interessante, divertente, piacevole, senza snaturare le principali caratteristiche tecniche e metodologiche della disciplina insegnata. Sintetizzando una serie di ricerche americane sul talento, quattro potrebbero essere le fasi fondamentali d’individuazione e di sviluppo del talento:

  • iniziazione (identificazione, incoraggiamento, aspettative, sostegno affettivo, utilizzo dei feedback);
  • sviluppo (efficacia, abbandoni, motivazione, costruzione di modelli efficaci, etc.);
  • specializzazione (approdo al livello di eccellenza, ripercussioni del successo per la vita sociale e psicologica);
  • altissimo livello (a cui accedono solo pochi atleti).

La determinazione e il sostegno del talento nel basket deve avvenire per tappe e in un percorso di più anni, integrato con l’allenamento (recupero dei talenti tardivi). Ciò conferma ancora una volta l’importanza dell’Istruttore e dell’Allenatore che si prende cura del processo.

Fasi di determinazione del talento
na prima determinazione si realizza tra gli 8 e 10 anni (particolare idoneità alle pratica sportiva senza intenti specializzanti).

Una seconda selezione avviene a 11-12 anni ed è più attenta ai parametri antropometrici e soprattutto ai tassi si sviluppo delle capacità e abilità motorie. Anch’essa ha un valore orientativo, data l’impossibilità di prevedere certamente uno sviluppo futuro vincente.

Questa fase è importante anche ai fini del recupero di atleti, che per ragioni legate allo sviluppo biologico, durante la prima fase non avevano ricevuto una valutazione positiva. La fase finale, quella cioè in cui sono decise le strategie di periodizzazione, in linea di massima si colloca attorno ai 13-14 anni. Il superamento di questa data può avere effetti negativi ai fini degli apprendimenti tecnici di base.

Evitare la specializzazione precoce
Anche in questo caso l’identificazione del talento avviene sulla base dei parametri di riferimento assunti come importanti per il modello specifico di prestazione, con una maggiore attenzione per gli aspetti psicologici e motivazionali della pratica sportiva. A questo scopo è importante predisporre una scheda per ogni atleta che comprenda:

  • dati anagrafici;
  • dati antropometrici (peso, altezza, rapporto peso-altezza, apertura delle braccia);
  • anamnesi e date delle visite mediche;
  • risultato del questionario “morning” – “evening”;
  • risultati dei test funzionali, psicologici e sociometrici;
  • risultati del questionario “stima dell’Istruttore”;
  • risultati dei test motori generali (3 prove e si sceglie la migliore o si calcola la media) e specifici.

CONCLUSIONI
Nonostante l’apparenza di scientificità dei sistemi di allenamento adottati oggi, nell’attività giovanile siamo lontani da una conoscenza organizzata delle strategie d’individuazione e di sviluppo del talento. Prevedere il talento significa:

  • offrire un ambiente accogliente e un’immagine attraente della disciplina;
  • offrire occasioni di gratificazioni consistenti in concomitanza con la richiesta di allenamenti a carico crescente;
  • offrire una rete di servizi e benefits alla prestazione e all’atleta che abbiano natura continuativa e possano essere erogati anche al termine della carriera agonistica;
  • integrare i servizi offerti dai Club e dalle Federazioni con servizi resi a livello periferico (CONI locale e altre strutture di servizio);
  • sviluppare una rete interattiva a più protagonisti (Enti locali, Club, Federazioni) per sostenere il talento;
  • sviluppare un sistema continuo di produzione di dati scientifici;
  • integrare previsione ed allenamento.

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