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La crisi puberale nel passaggio dal Minibasket al Basket

La crisi puberale nel passaggio dal Minibasket al Basket

Il periodo che segue la fanciullezza inizia in genere per i maschi verso il 12° anno e verso l’11° anno per le femmine. Le intense trasformazioni somatiche, endocrine e psicologiche indotte dalla pubertà, comportano un ulteriore, anche se transitorio, squilibrio motorio.

L’aumento del ritmo di sviluppo, soprattutto auxologico, durante questo periodo, comporta una trasformazione dell’aspetto corporeo (corpo che si allunga e si allarga) e la conoscenza dei movimenti che si possono compiere, che negli anni precedente sembrava consolidata, si ristruttura e sfugge ad ogni controllo motorio.

Ragazzi che a livello Minibasket erano dei veri e propri talenti, si ritrovano nel giro di una stagione, privi di armonia e coordinazione, proprio a causa del variare dello sviluppo fisico.

In questo periodo, definito “ristrutturazione delle capacità motorie”, insorgono problemi di equilibrio (statico e dinamico) per l’aumentata statura, con conseguenti variazioni del baricentro e della base di appoggio.


La crisi puberale

La crisi puberale è il periodo durante il quale i ragazzi/e iniziano ad assumere quelle che presumibilmente saranno le loro proporzioni somatiche definitive e l’Istruttore a dovrà essere consapevole di trovarsi di fronte ad individui profondamente turbati nei loro equilibri psicofisici.

La pubertà è un periodo di reale disarmonia, non solo somatica, ma anche funzionale e psichica, l’ansia regna sovrana e l’incertezza nel prendere le decisioni “recita” un ruolo molto importante.

Questa è una fase in cui i giovani iniziano a vivere la sessualità e le situazioni conflittuali che essa comporta e improvvisamente aumenta l’interesse per i coetanei/e di sesso diverso.

In questo periodo l’Istruttore dovrà comportarsi, in palestra e fuori, come un Istruttore-Educatore, dovrà cercare di capire i propri ragazzi/e, dovrà aiutarli a superare i momenti difficili.

Gli allenamenti in palestra, che aumenteranno di numero, dovranno essere divertenti e gratificanti, pena il rischio di un abbandono precoce.

Se gli Istruttori non tengono conto di tutto ciò, se non sono sensibili a tutte queste problematiche, se non si mettono ad ascoltare, osservare eannotare tutti gli atteggiamenti dei propri giocatori, sia in palestra che negli spogliatoi e fuori, avranno clamorosamente fallito il loro compito, che è quello di portare i ragazzi progressivamente ad un basket sempre più specifico e tecnico.


Il carico di lavoro e le capacità motorie

Per garantire uno sviluppo armonico tra le abilità generali e quelle specifiche è importante che i carichi di lavoro siano dosati in modo corretto e opportuno, rispettando le giuste proporzioni e percentuali in relazione all’età, al sesso e alle “fasi sensibili” delle capacità motorie.

Il giovane che negli anni precedenti era riuscito a migliorare la propria coordinazione e il proprio equilibrio, a rendere i propri gesti e movimenti precisi e sinergici, si trova, in questo periodo, quasi all’improvviso, condizionato da profonde trasformazioni (peso, statura, aumentata lunghezza degli arti inferiori e superiori, maggior forza di lancio e di salto, rapporti mutati con il tempo e lo spazio), che gli fanno sembrare tutto più difficile; allora imperversa lo scoramento e la paura di sbagliare.

L’Istruttore in questi casi deve avere pazienta e buon senso. I ragazzi di questa età sono dotati di una grande potenza aerobica e sono anche capaci di prestazioni anaerobiche, purché non condotte all’esasperazione. Essi hanno una quasi totale mancanza di resistenza allo sforzo intenso e prolungato ed è facile, con un dosaggio male oculato del lavoro in palestra, provocare fenomeni di sovraccarico e fatica, con conseguenze spesso gravi.

Occorre progressivamente abbandonare l’aspetto quantitativo del lavoro in palestra, per far posto ad una cura qualitativa atta al mantenimento o alla riacquisizione di una totale padronanza dei movimenti (rispetto dei diversi ritmi di apprendimento).

Si devono, a tale scopo, irrobustire i punti deboli di un “somma” che consuma sempre in modo dispendioso e dispersivo (movimenti non economici) attraverso la presentazione di esercizi tecnico-didattici divertenti, interessanti e sempre stimolanti.

L’Istruttore (specialmente a livello di under 13) deve essere a disposizione di tutti, non deve privilegiare solo i più bravi o i talenti, deve sapersi far accettare e accettare tutti nello steso modo, mettendo in ordine consequenziale l’importanza della vittoria a tutti i costi, di fronte all’impellenza di fornire loro un corredo motorio, sportivo e tecnico (creatività e fantasia motoria) il più plastico possibile, in quanto non è logico, a questa età, anteporre il solo il concetto di vittoria al concetto di formazione.


Allenamenti, fasi sensibili e tecnica esecutiva

La tecnica esecutiva dei fondamentali di gioco (che deve essere patrimonio dell’Istruttore) deve essere somministrata a piccole dosi.
Non si deve assolutamente pensare che aumentando il numero e l’intensità degli allenamenti, si ottengano risultati migliori subito, poiché se a volte si verifica, altre volte (molto più numerose) i risultati sono gli abbandoni precoci e i contrasti tra gli atleti, i giocatori e l’Istruttore.

Ogni Istruttore, in relazione ai giocatori a disposizione, alla sua esperienza e preparazione, cercherà di utilizzare i mezzi e i metodi più opportuni per migliorare la capacità di prestazione individuale e della squadra con il suo stile personaledi lavoro.

E’ opportuno sottolineare che oltre a fenomeni ben visibili (aumento di peso e di statura), il cuore tra gli 11 e i 15 anni raddoppia di peso e di volume, allarga i suoi orifizi, aumenta il calibro dei vasi e diminuiscono le contrazioni.

E’ questo il periodo in cui, a seguito di uno sforzo anche leggero, il cuore cambia di ritmo nelle frequenze, denuncia crisi di palpitazioni e ha accelerazioni brusche.
La pubertà è il periodo degli affaticamenti inspiegabili, spesso tradotti dall’Istruttore (impreparato) in scarsa volontà e fiacchezza, con giudizi pesanti e non corrispondenti alle vere situazioni in atto.
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Prof. Maurizio Mondoni
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