Home » Fisiologia » Il cervello – parte 2

Il cervello – parte 2

Il cervello – parte 2

Per un istruttore è  importante conoscere come funziona il cervello dei bambini, come avviene l’apprendimento e che cosa è  la dominanza laterale.

“Pensiero, emozione, movimento, sono entità strettamente legate ai processi cognitivi”

brain

brain

2^ parte


La neuro-motricità

Dopo aver riconosciuto la necessità di mettere in moto le energie motorie, è necessario capire in quale modo iniziare.

Se desideriamo far agire il bambino, partendo dalle sue sensazioni emotive, dobbiamo attivare le dominanze dell’emisfero cerebrale destro, perché sappiamo che gran parte delle potenzialità del cervello è utilizzabile da quest’emisfero, grazie alla sua maggiore facilità di reazione.


Com’è strutturato il cervello

Il cervello ha subito molte evoluzioni dal primo ominide all’uomo contemporaneo. Alle parti più antiche (amigdala, sistema limbico), che si trovano nella parte più interna e nascosta del cervello, si sono aggiunti e sovrapposti via via diversi strati, fino ad arrivare alla corteccia cerebrale (cortex), che è la parte più nuova che distingue l’uomo dagli animali.

Potremmo paragonare il cervello dell’uomo d’oggi a una cipolla dove, togliendo i vari strati, arriviamo alla parte cerebrale da cui sarebbe partito lo sviluppo cognitivo del genere umano.

Il cervello dell’uomo d’oggi è diverso per forma e capacità dal cervello del lontano antenato e grazie a quest’evoluzione, ogni parte della corteccia cerebrale risponde a una specifica funzione.

Questo sistema cerebrale, così complesso, è strutturato come un insieme di scatole cinesi interconnesse, che possono essere più o meno sviluppate, sia per dote genetica, che per esercizio ed apprendimento, nei diversi individui.

minibasket mondoni


Perché due emisferi?

La caratteristica del cervello umano è la suddivisione della corteccia cerebrale in due emisferi tra loro uniti da un corpo calloso.

L’emisfero destro è collegato alla parte sinistra del corpo e l’emisfero sinistro è collegato alla parte destra del corpo.

Lavori recenti hanno affermato che i due emisferi non sono anatomicamente identici ed ogni emisfero ha una sua propensione funzionale.

Le ricerche condotte con sofisticate attrezzature computerizzate, hanno rilevato che la parte sinistra del cervello è più abile nella capacità di sviluppare operazioni logiche, linguaggio (strategie di tipo intellettivo: aritmetica, scacchi), mentre la parte destra controlla le emozioni, le capacità artistiche (musica, ballo, pittura) e la percezione spaziale (strategie di tipo creativo).

Il cervello ha una struttura simmetrica, con entrambi gli emisferi dotati d’aree motorie e sensoriali in collaborazione, ma alcune funzioni intellettive sono limitate a un solo emisfero (es. linguaggio).

Ogni emisfero possiede differenti funzioni.


Le funzioni dell’emisfero sinistro sono:

razionalità
– maturità
– passionalità
– memoria numerica
– conoscenza delle regole
logica (metodo induttivo, metodo deduttivo, analisi logica, grammatica)
pensiero lineare (una frase per volta)
ricerca logica di una soluzione con deduzione finale
– formalizzazione del linguaggio
– creatività
– capacità artistica
– capacità visiva
– percezione di un ritmo di una canzone
– intuizione
– idee
– immaginazione
– visualizzazione generale di un programma
– capacità spaziali


Le funzioni dell’emisfero destro sono:

– irrazionalità
– serietà
– fantasia
– memoria per immagini
– matematica
– capacità verbali
– fatti logici
– deduzioni
– analisi
– senso pratico
– ordine
– percezione delle parole di una canzone
– percezione di piccoli dettagli
– forme
– ritmo
– intuizione
– sintesi
– originalità
– osservazioni strane
– humor
– pensiero sintetico
– empatia

L’emisfero destro è responsabile della riduzione dei riferimenti spazio-temporali, della prevalenza delle funzioni rappresentativo-emotive e dell’attenzione non specifica.

Grazie a quest’emisfero, riusciamo a cogliere nella loro totalità, contesti, strutture e configurazioni complesse.

In quest’emisfero il linguaggio è poco sviluppato e la comunicazione avviene per simbolismi e analogie. E’ l’emisfero delle immagini, della musica e della geometria, da cui partono le grandi intuizioni della nostra vita.

L’emisfero sinistro è deputato all’attenzione critica e analitica e contiene la parte logica, razionale e controllata della nostra mente, è la sede delle rappresentazioni semantiche, fonetiche e sintattiche del linguaggio.

Se l’emisfero sinistro associa l’informazione sulla base di memorie precedenti, l’emisfero destro percepisce il senso del contenuto, la sua originalità e passa in memoria le nuove informazioni, integrandole con le memorie precedenti. Per esempio, se abbiamo gli occhi bendati e percepiamo uno stimolo uditivo, attiviamo per gran parte le zone cerebrali dell’emisfero sinistro (stiamo cercando di recuperare in memoria quale sia l’origine del suono); invece quando ascoltiamo una musica, facciamo lavorare l’emisfero destro.


Maschi e femmine

Studi recenti hanno dimostrato che, anche se nel maschio si contano quattro milioni di cellule cerebrali in più, le femmine ottengono nei test di intelligenza generale, risultati del 3% superiori ai maschi.

Nella maggioranza dei maschi si evidenzia un’area specifica per l’orientamento, per cui questa è una competenza che per loro risulta più facile e sfruttano quest’abilità quando pianificano (senso dell’orientamento maggiore che nelle femmine).

Nelle femmine prevale normalmente la zona cerebrale correlata al linguaggio creativo.

Cervello destro e cervello sinistro iniziano ad affinare le loro dominanze, in genere, nell’età dello sviluppo; all’inizio le abilità dei maschi e delle femmine sono molto differenziate.

L’emisfero destro e quello sinistro si sviluppano sulla base di “preferenze cerebrali”, che a loro volta sono la risposta dell’individuo alle stimolazioni offerte dall’ambiente familiare e culturale.

Forse le competenze spaziali sono superiori nei maschi per motivi di ordine filogenetico, legati alla loro evoluzione, partite da competenze di cacciatori.

Agli uomini d’oggi non è richiesto (come agli uomini primitivi) di cacciare per sopravvivere, ma possono utilizzare tali competenze per giocare a calcio, golf, tiro con l’arco, lancio del peso, disco, giavellotto, martello, basket, rugby e a tutte quelle attività sportive per le quali è richiesto di stimare delle coordinate e “tirare o lanciare” per raggiungere un obiettivo.

Tuttavia nelle femmine esiste una zona specifica dell’emisfero destro, utile per queste attività sportive e se questa zona è allenata, sicuramente si potrebbero ottenere risultati soddisfacenti.

Le abilità spaziali permettono ai maschi di girare mentalmente una mappa, sapendo dove stanno dirigendosi e sapendo anche come tornare al punto di partenza.

Gli studi fatti ci confermano che il cervello maschile calcola la distanza e la velocità per conoscere quando devono cambiare direzione.

Inoltre è stato dimostrato che i maschi ottengono risultati migliori con l’occhio sinistro bendato, in modo che solo l’occhio destro possa ricevere le informazioni, per trasmetterle direttamente all’emisfero sinistro, nel quale sono elaborati i dati spaziali.

Nei maschi l’emisfero destro si sviluppa a una velocità superiore di quello sinistro, per cui mentre l’emisfero destro sviluppa un maggior numero di connessioni, il sinistro ne sviluppa poche.

Nelle femmine i due emisferi si sviluppano a un ritmo uguale e per questo le bambine sono in grado di realizzare un “ventaglio” di attività molto più ricco dei maschi.

La quantità di interconnessioni create nei due emisferi, è conseguente alla dimensione del corpo calloso, particolarmente esteso nelle femmine. Questo è anche il motivo per cui s’incontrano più femmine ambidestre che maschi e più bambine che non sanno distinguere la destra dalla sinistra e viceversa.

E’ il testosterone a frenare la crescita dell’emisfero sinistro nei maschi, però permette di sviluppare maggiormente la zona dell’emisfero destro, in cui è localizzata l’abilità spaziale.

Non è corretto fare un distinguo netto tra gli esercizi da presentare ai maschi e quelli da presentare alle femmine, perché gli esercizi-gioco e i giochi ben programmati servono sia ai maschi sia alle femmine.

In occasione dell’apprendimento di un gesto tecnico, il modello deve essere perfettamente definito nella sua forma.

Si pone solo il problema del modo di comunicazione del modello, affinché il soggetto possa averne una rappresentazione mentale fedele, che gli permetta di condurre lui stesso il suo apprendimento.

MONDONI minibasket Cristo Re Cremona


L’organizzazione temporale e la percezione del ritmo

Chi ha esperienza di Educazione Motoria e Sportiva nella Scuola Primaria e nei Centri Minibasket sa che infondere il senso del ritmo ai bambini è un’impresa ardua: occorre pazienza.

La musica aiuta molto a migliorare il senso del ritmo e nel Minibasket tutto ciò è attuabile (es. far sentire musica senza parole all’inizio della lezione durante la fase di attivazione con e senza palla).

Mi ricordo che in occasione di Clinic Minibasket tenuti dal sottoscritto in Argentina ho osservato molti Istruttori lavorare con la musica sottofondo.

Infondere nei maschi il senso del ritmo è una grossa impresa, poiché la rappresentazione al femminile è soprattutto olistica, di insieme.

Il suono scandito abitua le femmine a controllare e a dimensionare la velocità del movimento, mentre nei maschi la musica sviluppa la sensibilità per le espressività contenute nelle coreografie.

Nelle gambe delle donne vi è un numero minore di fasci muscolari bianchi, perciò poco reattivi allo scatto per impulso, questo è uno dei motivi perciò la maggioranza delle ragazze non eccelle in discipline sportive che richiedono questo tipo di reazione istantanea.


La vista e la motricità

L’occhio è un’estensione diretta del cervello, perché perveniamo alla visione, grazie al significato che il cervello assegna alle percezioni raccolte dai fotorecettori, che sono contenuti nella retina, situata nella parte posteriore dell’occhio.

Tra i fotorecettori ricordiamo i bastoncelli, che discriminano tra bianco e nero e i coni che ci permettono di riconoscere gli altri colori.

E’ il cromosoma X a portare i coni, le donne hanno due cromosomi X ed è per questo che possiedono una varietà maggiore di cellule coniche.

Gli uomini generalmente descrivono il colore in termini generali, le donne descrivono in modo dettagliato i colori degli oggetti.

L’occhio dell’uomo, rispetto ai primati, è la quantità di superficie bianca e questo permette un movimento oculare più ampio e direzionabile ed una comunicazione faccia a faccia agevolata.

Gli occhi della donna hanno una superficie bianca superiore a quella dei maschi e quindi inviano e ricevono un numero maggiore di segnali maggiore nella comunicazione interpersonale. Per questo le donne hanno una visione periferica superiore a quella dei maschi e l’origine di tale abilità sarebbe dovuta alla funzione femminile primordiale di protezione del nucleo familiare.

La struttura cerebrale femminile permette di usufruire di una visione chiara di almeno il 45% superiore a quella maschile, per ogni lato d’orientamento: alto, basso, destra, sinistra e tutto ciò porta le donne a poter sfruttare una visione periferica di circa 180°.

Attraverso la vista arriva nelle donne una quantità immensa d’informazioni che il cervello deve analizzare.

Le femmine hanno una percezione visiva generalmente più ampia e meno profonda rispetto ai maschi, possono vedere nel buio meglio del maschio, riescono a percepire meglio dei maschi, segnali di disagio e di sofferenza, d’espressione e di comportamento.

I maschi hanno occhi più grandi rispetto alle femmine e una configurazione della vista cilindrica, adatta alle lunghe distanze. Il maschio può visualizzare chiaramente e con precisione tutto quanto sta di fronte a lui.

Il suo primordiale senso della caccia lo ha predisposto a vedere e seguire animali da lontano.

Il fatto di non possedere una larga visione periferica, gli ha permesso di imparare a concentrarsi su di un singolo obiettivo.

Nella parte anteriore dell’emisfero del cervello maschile, è presente una competenza che permette di separare, orientare e identificare il movimento (lontananza-velocità) d’altri oggetti a distanza, anche con scarsa luminosità.

Queste particolarità permettono ai maschi una migliore valutazione spaziale dei movimenti di gruppo, caratteristici d’alcune discipline sportive.

————

ALTRI ARTICOLI GIA’ TRATTATI SUL BLOG NELLA CATEGORIA FISIOLOGIA

  1. Le differenze tra maschi e femmine nel Minibasket
  2. I processi cognitivi nel Minibasket
  3. Giochiamo a Minibasket con il corpo
  4. L’allenamento in età evolutiva
  5. Rischi della specializzazione precoce nello sport
  6. La crisi puberale nel passaggio dal Minibasket al Basket
  7. Le capacità motorie nel passaggio dal Minibasket al Basket
  8. Il minibasket aiuta ad evitare l’obesità nei bambini

 

 

Vi ricordo che potete iscrivervi alla mia newsletter gratuita, per restare sempre aggiornati sul #minibasket a misura di bambino. In regalo la dispensa l’Alleducatore.

Prof. Maurizio Mondoni
#iostoconibambini
#minibasket
#fundacionmondoni


More news

https://www.amazon.it/minibasket-cartella-esercizi-ipotesi-lezione/dp/889918416X/?_encoding=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=889918416X&hvdev=c&hvnetw=g&hvqmt=&linkCode=ur2&tag=wwwmauriziomo-21